Lo stesso giocatore conferma di conoscere altri colleghi che si trovano nella sua stessa condizione. Fortunatamente, all’interno dello spogliatoio, la sua situazione non ha creato troppi imbarazzi ed è stata accettata dai suoi compagni di squadra: “Non conosco nessun giocatore in tutto il campionato che abbia un problema di questo tipo. Certo, alcune situazioni come la doccia, all’inizio, mettevano a disagio sia me che loro. Ma non ho alcun interesse per altri giocatori e ad un certo punto la cosa è diventata poco importante per tutti. Alla fine, nonostante la loro reputazione, i miei colleghi non sono ignoranti”
Il ragazzo in questione, infatti, è maggiormente preoccupato per tutto quello che potrebbe accadere al di fuori dello spogliatoio (tifosi, stampa) se dovesse decidere di dichiararsi completamente: “Qualcuno potrebbe mai spiegare alla folla indignata prima della partita che i gay, in realtà, sono uomini assolutamente normali e poi scendere normalmente in campo? Inimmaginabile. Allo stadio, o dopo la partita, qualsiasi sciocchezza all’interno del gruppo, sarebbe trasformata in un grande caso“. Continua, poi, rispondendo all’appello del presidente della federcalcio tedesca Theo Zwanziger, che ha invitato i calciatori a dichiarare liberamente la propria omosessualità: “Tutto si può dire quando non devi andare allo stadio il giorno dopo per la partita. Forse la portata del problema sarebbe minore se tutti i giocatori uscissero allo scoperto, ma anche da questo punto di vista al momento ho poche speranze”
Sulla vicenda, che ha avuto un grande impatto mediatico in Germania, è intervenuta in prima persona la cancelliera Angela Merkel: “Tutti coloro che si assumono il rischio e che hanno il coraggio (di rilevare la propria omosessualità, ndr) devono sapere che vivono in un paese dove non c’è nulla da temere. E’ il mio messaggio politico. Possiamo dare un segnale forte: non abbiate paura“