Un pascoliano a vita è senz’altro Andrea Pierobon, il giocatore con la maggiore età dei campionati professionistici italiani. A 43 anni suonati questo simpatico portiere continua a vestire i guantoni con l’entusiasmo e la passione di sempre. Cittadellese doc, è ritornato nella sua città dopo un lungo giro tra i meandri della Penisola pallonara. Una promozione in serie B e poi il consolidamento della categoria: l’interregno di Claudio Foscarini sulla panchina veneta è stato accompagnato sin dagli albori dal carisma di Pierobon. Titolare prima, vice Cordaz poi ma soprattutto presenza importante e grande esempio per i più giovani all’interno dello spogliatoio. Mondopallone.it è andato a sentirlo per scoprire i segreti della sua longevità e per introdurvi alla sfida di domenica prossima tra il suo Cittadella e il Crotone. Una gara particolare…
Andrea Pierobon, la domanda è d’obbligo: come fa?
Per me è molto semplice. Sono a casa mia, mi diverto e continuo ad amare il calcio come ho sempre fatto. Inoltre ho la fortuna di condividere lo spogliatoio con delle persone splendide, staff tecnico in testa. Fino a quando tutte le componenti remeranno in questa direzione non vedo perché dovrei smettere.
Domenica c’è un incrocio affascinante tra lei e Totò Galardo. Siete le due bandiere della serie B…
Vero. Anche Galardo ha scelto di legarsi alla squadra della sua città e ne è diventato un simbolo. Lo stimo molto, sarà un bell’incrocio.
Cittadella e Crotone sono due società paragonabili al Chievo?
Sì, entrambe sanno ciò che vogliono e lo ottengono grazie alla programmazione e ad una gestione oculata degli uomini e delle risorse. Negli ultimi anni da Cittadella e Crotone sono usciti molti giovani di talento, la somiglianza tra le due società è innegabile. Ovviamente il Chievo è il modello principale di tale concezione calcistica.
Una parte importantissima dell vostra storia recente è stata scritta da Claudio Foscarini, allenatore superbo soprattutto nella valorizzazione degli attaccanti…
Il mister è qui da otto anni e conosce la realtà del Cittadella alla perfezione. Il suo lavoro è sotto gli occhi di tutti, stiamo parlando di uno dei migliori tecnici della categoria. Sicuramente ha una dote particolare nella valorizzazione degli attaccanti, ma io credo che quest’anno la nostra arma principale sarà il gruppo. Stiamo assieme da tanto e sono certo che disputeremo ancora una volta un ottimo campionato.
State giocando con un modulo diverso rispetto alla passata stagione: come procede l’adattamento?
Il mister sta provando la difesa a 3 sin dal primo giorno di ritiro. Contro il Grosseto abbiamo disputato un’ottima gara e perciò posso dirle che la strada è quella giusta. Chiaramente rimangono da perfezionare alcuni automatismi, ma con il lavoro quotidiano ce la faremo.
Quale tra i calciatori pitagorici teme maggiormente?
Il Crotone trae la sua forza soprattutto dal gruppo. Indicare un solo elemento è difficile, anche se è ovvio che gli attaccanti rubano di più l’occhio rispetto agli altri. Ho molta stima nei riguardi di Cali e De Giorgio: spero che domenica giochino una brutta partita (ride n.d.r).
Tra l’altro quelle tra voi e i calabresi sono state spesso sfide emozionanti e ricche di gol. La partita di domenica come la inquadra?
Mi aspetto l’ennesima gara avvincente e combattuta. Sono convinto che i gol non mancheranno neanche questa volta: a inizio campionato le squadre giocano sempre in maniera più aperta e il timore della sconfitta è minore rispetto al solito. Cittadella e Crotone esprimono un buon calcio, gli ingredienti per divertirsi ci sono tutti.
Questa serie B sembra la più equilibrata degli ultimi anni, concorda?
Concordo. A parte Verona e Spezia, che si sono mosse benissimo sul mercato, non vedo una squadra che sulla carta può dominare il torneo. L’equilibrio regna sovrano e, come ogni anno, dobbiamo aspettarci delle outsider nella lotta al vertice. Penso che le difficoltà maggiori, invece, le incontreranno quelle formazioni che partono con l’handicap della penalizzazione.