MondoPallone Racconta…Quando il “cucchiaio” è un’arte per pochi

Lob, scavino, cucchiaio. Il gesto tecnico del rigore calciato con quel “colpo sotto” morbido, fa sempre notizia. Se realizzato, scatena la goduria dei tifosi e la disperazione per il portiere avversario offeso nell’onore da quella parabola irridente. Il rigorista deve avere coraggio, faccia tosta ed un pizzico di incoscienza. Ma la figuraccia è dietro l’angolo…

Come la storia racconta, il primo “cucchiaio” famoso fu quello realizzato dal ceco Antonin Panenka durante la finale dell’Euro 1976 tra Cecoslovacchia e Germania Ovest. Un pallonetto beffardo, che superò il grande Sepp Maier nel momento decisivo, all’ultimo rigore che sancì uno storico trionfo per la banda di Jezek.

Nel caso di Panenka, quel rigore lo proiettò ben aldilà dello storico trionfo in quel di Belgrado. Gli regalò l’immortalità sportiva, testimoniata dal fatto che il nome dell’ex stella di Bohemians Praga e Rapid Vienna torna sempre a galla ogni qualvolta si assiste ad una trasformazione del genere. Quasi 40 anni dopo.

 

Antonin Panenka

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amsterdam Arena, penultimo atto di Euro 2000 tra Italia ed Olanda. In quella che viene considerata la semifinale più rocambolesca nella storia degli Europei, gli appassionati videro un altro campione tentare la sorte: l’azzurro Francesco Totti. Chiamato dal C.T. Dino Zoff per calciare il terzo rigore, prima di recarsi sul dischetto sussurra al compagno Di Biagio di voler fare il “cucchiaio”.

Il resto è storia. L’Italia trionfò quel giorno facendo sprofondare nello sconforto i padroni di casa, ma pagò dazio a tutta la buona sorte di quel giorno nella finale persa contro la Francia. Che in campo presentava un certo Zinedine Zidane.

 

Zinedine Zidane

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il fuoriclasse transalpino, degno erede della maglia numero 10 bleu del leggendario Platini, affrontò l’ultima avventura della carriera al Mondiale di Germania 2006. La finalissima di Berlino vide la sua Francia nuovamente opposta ai “cugini” italiani, nell’ennesimo scontro importante in una grande manifestazione. Dopo appena pochi minuti dall’avvio, l’arbitro Elizondo assegna un penalty ai transalpini. Sul dischetto Zidane, in barba all’importanza del momento, calcia “a cucchiaio”.

La sfera batte Buffon accarezzando la parte interna della traversa prima e dopo aver superato la linea. L’Italia poi pareggerà e, ai rigori, la Francia perderà senza Zidane cacciato per la brutale testata a Materazzi. Ma questa è un’altra storia.

Nella successiva Coppa del Mondo di Sudafrica 2010, l’Uruguay sancì l’eliminazione ai quarti del Ghana dagli undici metri. Il protagonista – e non poteva che essere lui, dato il soprannome – fu Sebastian “El Loco” Abreu, che realizzò con freddezza il penalty che portò la Celeste in semifinale. Colpo un po’ ruvido, ma efficace.

Italia-Inghilterra, quarto di finale di Euro 2012. Ancora un italiano, ancora la lotteria dei rigori, ancora un cucchiaio. Stavolta la storia la scrive Andrea Pirlo.

 

Il cucchiaio di Pirlo contro l’Inghilterra a Euro 2012

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una realizzazione che ha fatto uscire di testa tanti utenti del web, capaci di sfornare vignette, immagini ad hoc e video per esaltare Pirlo e gli inglesi alle prese con la posata “maledetta”.

In questi ultimi giorni abbiamo assistito a tentativi goffi rovinosamente falliti. Il più grave, se così può essere considerato, è stato il maldestro rigore di Maicosuel che ha contribuito all’eliminazione dell’Udinese nel preliminare di Champions League contro lo Sporting Braga. Tra l’altro, nella clip si nota come non fosse nuovo a bizzarre soluzioni dal dischetto.

Anche l’olandese Robin Van Persie, da pochissimo passato dall’Arsenal al Manchester United, sembra essersi fatto contagiare dal “L’effetto Pirlo” : il suo errore per fortuna non ha condizionato la gara ed ha segnato tutte e tre le reti della vittoria sul Southampton.

 

L’errore di Van Persie contro il Southampton

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arrivederci al prossimo cucchiaio…

Published by
Fabio Ornano