Le favole di Toni e Borriello, l’immobilismo delle big, i capolavori di Ricci e Sogliano

E’stato il calciomercato più strano degli ultimi dieci anni. Per una serie di fattori, economici e non solo, la serie A italiana è diventata un torneo di ripiego per i campionissimi del panorama mondiale. L’unica strada praticabile in questa torrida estate era quella delle idee, delle nozze coi fichi secchi, delle occasioni last minute da cogliere al volo. Devo dire che di idee se ne sono viste davvero poche.

Una cosa non è cambiata: il ritmo frenetico dell’ultimo giorno. Di conseguenza è possibile ricavare alcuni spunti interessanti. Voglio cominciare da Toni e Borriello, i romantici del 31 agosto 2012, i protagonisti di due favole a lieto fine. Entrambi ritornano nelle città che li hanno resi grandi, belli e desiderati. Il napoletano lo fa da calciatore ancora importante e decisivo, Toni invece è pane per i maligni. Il suo ricongiungersi alla viola è la sorpresa più grossa della giornata, nessuno poteva aspettarsi che in un lampo si aprisse e chiudesse una trattativa del genere.

Probabilmente, anzi sicuramente, il cuore ha giocato un ruolo fondamentale nella scelta della famiglia Della Valle, ma dal punto di vista tecnico l’operazione racchiude anche frammenti di logica. Un centravanti come il modenese, seppure in una fase avanzata della carriera, garantisce alla rosa di Montella caratteristiche finora sconosciute. L’ex Bayern Monaco, non da titolare fisso ma da prezioso jolly, sarà molto utile, soprattutto a Jovetic. Il montenegrino rende al meglio quando gioca accanto a un uomo d’area di rigore, uno che tiene impegnati almeno due difensori e crea spazio alle sue giocate e alla sua freddezza in zona gol.

Un acquisto ancora più clamoroso aveva pensato di metterlo a segno l’Inter. I nerazzurri cercavano un vice Milito e Marco Branca, dopo il no della Lazio per Floccari o Kozak, si era rivolto addirittura a Massimo Maccarone. Alla fine la rosa di Stramaccioni è rimasta intatta e francamente non è un male: le alternative al Principe   non mancano, basti pensare che Palacio da punta ha realizzato 20 reti nel Genoa. La rifondazione interista induce all’ottimismo, perché a inizio luglio i dubbi fioccavano e ora sulla carta solo la Juventus è migliore di Zanetti e compagni. Allo stesso livello, sempre aspettando che il campo dia il suo verdetto, c’è il Napoli di Walter Mazzarri.

Era mai capitato che il 31 agosto Juventus, Inter, Milan e Roma se ne stessero tutte e quattro con le mani in mano? La risposta è negativa. Se nerazzurri e bianconeri possono argomentare in maniera piuttosto sciolta la loro difesa, stessa cosa non si può dire per rossoneri e giallorossi. Galliani sostiene di aver consegnato ad Allegri una squadra da scudetto, noi sappiamo che le vittorie si costruiscono dalle fondamenta, grazie a una solida retroguardia. E l’ad di via Turati, almeno al momento, non può ritenersi soddisfatto del lavoro societario. Servivano un terzino sinistro e un centrale. Il mio pensiero sulla Roma l’ho espresso due sere fa (il pezzo si intitola “La presunzione di chi vuole vincere in poltrona) e non intendo ripetermi.

Cos’altro c’è da considerare? Parliamo di Iaquinta, condannato ad almeno quattro mesi senza campo perché rimasto alla Juve. Nessuno ha cercato il centravanti calabrese: scelte tecniche o economiche? In quest’ultimo caso saremmo di fronte a uno dei tanti prigionieri del denaro. Alla corte di Antonio Conte è arrivato Niklas Bendtner, non il top player agognato ma un calciatore adatto agli schemi bianconeri e dagli ampi margini di miglioramento. Al tecnico leccese non piacciono gli attaccanti statici e il danese sotto questo punto di vista è una garanzia. Il livello medio della rosa è però rimasto immutato, perché Bendtner non è più forte di Matri e Quagliarella. Si riparte quindi dai due italiani, chiamati ad essere nuovamente protagonisti, e da un buon rinforzo.

Le altre? Hanno deluso Pescara e Siena, incapaci di correggere intelaiature poco convincenti. Da Floccari, Guidetti, e Bendtner i toscani sono passati a Ze Eduardo, mentre gli abruzzesi chiudono la giornata con l’ingaggio dei soli Pelizzoli e Modesto. Sarà così semplice salvarsi? Ci si aspettava anche un attaccante dal Catania, ma almeno la base di partenza dei siciliani è ottima. Chiusura dedicata alle regine del calciomercato cadetto, Verona e Spezia. Domani si affronteranno al Bentegodi: in campo troveremo gente come Bojinov, Cacia, Bacinovic, Moras, Rivas, Okaka, Sansovini, Sammarco, Antenucci, Di Gennaro. Bastano? E’vero che per vincere la serie B i soli nomi non sono sufficienti, ma come si fa a non sognare con delle rose simili? Complimenti a Sean Sogliano e Nelso Ricci.

La parola passa al giudice campo.