La serie A che torna… il Torino

Continua il nostro tour tra le squadre di Serie A. Ogni giorno vi presentiamo 2 squadre con tutte le informazioni: i punti di forza, i punti deboli, le stelle, le probabili formazioni e gli allenatori. Oggi è il turno del Torino di Giampiero Ventura.

Dopo tre anni di purgatorio, il Torino ritrova la serie A. Per provare a restarci, questa volta, visto che negli ultimi anni i granata hanno per lo più fatto la spola tra la massima serie e la cadetteria, senza mai riuscire a trovare quella solidità, soprattutto societaria, che gli consentisse di (ri)prendersi il proprio posto nel calcio che conta. La bella cavalcata che ha portato il Toro a guadagnarsi la promozione dalla serie B porta soprattutto il nome di Giampiero Ventura: in una piazza difficile come quella granata, il tecnico ligure è riuscito a portare entusiasmo e, soprattutto, un’idea di gioco. Dalla quale ripartire per cercare di raggiungere la salvezza.

LA DIFESA: voto 6 – Pochi i volti nuovi rispetto alla scorsa stagione: è arrivato solo il centrale Rodriguez dal Cesena, oltre a Caceres, terzino sinistro ex Maiorca. Per il resto il reparto è lo stesso della scorsa stagione, quando il Toro fece registrare la miglior difesa della serie B. Ripreso Darmian, questa volta in comproprietà e non in prestito, l’organico comprende anche Glik, D’Ambrosio, Di Cesare e Masiello ed è impreziosito dalla presenza di un Ogbonna probabilmente alla sua ultima stagione in granata, prima di approdare a una big. Due elementi per ruolo, come da richieste di Ventura.

IL CENTROCAMPO: voto 5,5 – Sulla carta, è proprio in mezzo al campo che potrebbe mancare ancora qualcosa. Cairo ha regalato a Ventura il suo vecchio pallino Gazzi, poi è arrivato anche l’ex giallorosso Brighi. Confermati Vives e il giovane Suciu, con De Feudis in odore di partenza, ai granata servirebbe ancora un innesto di qualità per completare la rosa. E in previsione di eventuali infortuni, visto che lo stesso Suciu non è ancora pienamente ristabilito, un innesto servirebbe anche dal punto di vista dei numeri.

L’ATTACCO: voto 6 – Con il 4-2-4 di Ventura, gli esterni sono di fondamentale importanza. L’arrivo di Cerci ha dato qualità a un reparto che può contare anche l’altro neoacquisto Santana e i promettenti giovani Verdi e Stevanovic. Completano la rosa Sgrigna, Meggiorini e il capitano granata Rolando Bianchi, oltre al nuovo arrivato Sansone, reduce da un’ottima stagione a Sassuolo.

LA STELLA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angelo Ogbonna: A soli 25 anni, è praticamente una delle bandiere di questo Toro, nel quale gioca fin dalle giovanili. Perno difensivo, le sue qualità gli sono valse la considerazione di Prandelli, ma anche delle grandi del calcio italiano ed europeo. E’ in continua maturazione, misurarsi con la serie A non può fargli che bene, anche in ottica azzurra.

L’ALLENATORE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giampiero Ventura: E’ lui il vero artefice del ritorno dei granata in serie A. Ora spera di ripetere i successi ottenuti con il suo Bari, tant’è che ha chiesto (e ottenuto) di avere molti degli elementi che aveva con sé in Puglia, come Gillet, Gazzi, Masiello e Meggiorini. Il Toro ha cercato di allestire una rosa che gli consentisse di giocare col modulo che predilige, il 4-2-4; nella scorsa stagione ha utilizzato diverse volte anche il 4-3-3.  A Torino lo chiamano “Mister Libidine”, ma forse in questa stagione si accontenterebbero anche solo di chiamarlo “Mister Salvezza”…

PROBABILE FORMAZIONE:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VOTO ALLA SQUADRA: 6

Considerando il mercato al risparmio di questa stagione, il Torino coi suoi dieci milioni circa spesi è tra le società che hanno investito di più. Il centrocampo, rivoluzionato, è l’incognita maggiore, in compenso i granata hanno confermato in blocco la difesa (salvo Parisi, poi squalificato nell’ambito dell’inchiesta per il calcioscommesse, e Pratali), facendo il suo miglior colpo di mercato con la conferma di Ogbonna. Gli arrivi di Santana e Cerci hanno aumentato la qualità  davanti, ma il Toro punta molto sulla voglia di rivincita di Rolando Bianchi.