Esclusiva Mp – Teramo, parla Marcello Di Giuseppe
“Non vogliamo porre troppi limiti ai nostri sogni. Ci piace guardare in alto più che in basso: il calcio è fatto di ambizioni”. Parole e musica di Marcello Di Giuseppe, responsabile dell’area tecnica del Teramo. Gli abruzzesi ritornano nel mondo dei professioni dopo un esilio lungo quattro anni nei campionati dilettantistici. Di Giuseppe ci spiega quali sono gli obiettivi.
Marcello Di Giuseppe, partiamo dal mercato: avete in mente altre operazioni?
Può darsi, stiamo valutando una serie di opzioni. Alla fine del mercato mancano ancora nove giorni e non escludo alcuni interventi.
Con quali obiettivi iniziate questo campionato di Seconda Divisione?
Il primo obiettivo è quello di consolidare la categoria, se poi verrà qualcosa in più ne saremo lieti. Senza troppi assilli cercheremo di dire la nostra.
Quali squadre del vostro girone vede favorite per la vittoria finale?
Su tutte la Salernitana. Dopo i campani vedo molto attrezzate Foligno, l’Aquila, Aprilia e Vigor Lamezia.
Riforma giovani: il suo parere?
E’ un tema complesso. In parte è una riforma che mi trova d’accordo perché, soprattutto in tempi di crisi, bisogna guardare al futuro e nello stesso tempo abbattere i costi. Però poi subentra la realtà, e questa dice che se si moltiplicano tutte le società di Lega Pro per il numero di giovani necessari a ognuna di esse, allora capiamo subito che lo sforzo da compiere è estremo. E’impossibile che tutti questi ragazzi riescano a esplodere: per alcuni di loro dopo l’illusione arriva sempre una brutta doccia fredda.
E dei vostri giovani chi arriverà?
Intanto molti dei nostri ragazzi hanno già vinto un campionato di serie D, quindi partono con un buon bagaglio di esperienza alle loro spalle. Io ho fiducia in loro, se proprio devo fare un nome dico De Fabriitis.
Il confine tra serie D e Seconda Divisione è abbastanza labile?
Se confrontiamo una squadra di Seconda Divisione con una che punta a vincere il campionato in serie D sono d’accordo, la differenza è sottile in quel caso. Per il resto non è la stessa cosa: le categorie nel calcio esistono proprio per sottolineare i vari livelli di preparazione che bisogna raggiungere.
In serie D il Teramo ha segnato gol a raffica, praticando un calcio offensivo. L’idea di gioco resterà questa?
In linea di massima sì, anche se ovviamente sarà tutto più difficile. Innanzitutto non siamo la squadra da battere, mentre nello scorso torneo lo eravamo, poi magari alcuni avversari adesso ci conoscono meglio. Però noi non vogliamo porre troppi limiti ai nostri sogni. Ci piace guardare in alto più che in basso: il calcio è fatto di ambizioni. Mi auguro di segnare ancora più reti rispetto alla passata stagione.
E la piazza come sta vivendo il ritorno tra i professionisti?
La piazza è piuttosto tiepida, ma non è una novità. Teramo è così, ha bisogno di una squadra che la coinvolga fino in fondo. La campagna abbonamenti non è stata entusiasmante: sta a noi portare la gente allo stadio.