Home » Il pupillo di… Alessandro Lelli

Ventesima puntata della nuova rubrica di Mondopallone.it, “Il pupillo di…”. Siamo lieti di presentarvi il pupillo di ognuno di noi, quel calciatore che ci ha fatto nascere da bambini la passione per questo sport o semplicemente quel giocatore che ci ha regalato emozioni e fatto sognare. Per tutto il mese di agosto vi terremo compagnia con una chicca personale di chi ogni giorno vi informa con estrema professionalità su quello che succede nel mondo dello sport in Italia e all’estero. Lo riteniamo anche un modo come un altro di conoscerci più a fondo… Buona Scoperta!

L’INIZIO DI UNA LEGGENDAJavier Zanetti nasce a Buenos Aires il 10 agosto 1973, ma la sua carriera calcistica inizia nel 1991 al Talleres, nella squadra giovanile che per prima schierò titolare l’argentino. Due anni dopo passò al Banfield, squadra nella quale esordisce in Serie A argentina e colleziona 66 presenze in 2 anni. Nel 1995 viene acquistato dall’Inter – su segnalazione di Antonio Angelillo – per 5 miliardi di lire, e da quel giorno la carriera di Javier cambiò per sempre.

UN SIMBOLO, UNA BANDIERA – Da quel giorno sono passati ben 17 anni e 799 presenze nella squadra neroazzurra, e tra qualche giorno taglierà il traguardo degli 800 gettoni in carriera, l’ennesimo record di un uomo che è diventato leggenda. Sembra quasi sia nato con la maglia neroazzurra tatuata addosso, e vederlo correre sulla fascia è sempre uno spettacolo, indipendentemente da quale sia la fede calcistica. Ne sono rimasti pochi come lui, un uomo che andrebbe clonato per l’impegno, la serietà e la tenacia che mette in campo ogni volta che allaccia i suoi scarpini. Lui c’è sempre stato senza mai aprire bocca, anche quando l’Inter era quella dei soldi sprecati in grandi nomi in parabola discendente, anche quando nel precampionato veniva puntualmente dato da tutti in panchina, ma alla fine era sempre lui a indossare la fascia di capitano nelle partite ufficiali.

PAROLA A CHI LO CONOSCE – La testimonianza più importante arriva direttamente da avversari, compagni di squadra e allenatori che hanno avuto il privilegio di avere a che fare con un campione simile. Ivan Ramiro Cordoba, ex difensore neroazzurro, parlando dell’argentino ha detto che “è una grandissima persona, con lui c’è una grande amicizia che va oltre il calcio, è un esempio“. Ma non solo lui, anche Ryan Giggs ha speso parole importanti per l’esterno interista: “L’avversario più difficile che abbia mai incontrato è stato Javier Zanetti. Lo incontrai per la prima volta nel ’99, ai quarti di Champions. Lui terzino destro, io ala sinistra. M’impressionò per le sue qualità: rapido, potente, intelligente, esperto. Ci ho giocato contro altre due volte. È stato l’avversario più duro in assoluto. Un campione completo.
E infine Josè Mourinho, allenatore del triplete nella stagione 2010: “Sapevo che è una forza della natura, ma non pensavo fosse questo uomo. E poi il suo passaporto deve essere sbagliato. Non può può avere 36 anni, devono essere al massimo 25-26“.

UNA VITA DA MEDIANO – …a recuperar palloni. Zanetti è sempre stato un gregario di lusso. E, personalmente, è questa la sua dote che apprezzo di più. Non è un fenomeno alla Cristiano Ronaldo o alla Messi, è semplicemente un giocatore dal fisico straordinario – ma non solo per merito di madre natura – che ha sempre dato il 110% in ogni partita. Sempre pronto a sacrificarsi per i compagni, sempre al posto giusto nel momento giusto. E la prova è arrivata anche quest’anno, quando il 2 agosto contro l’Hajduk Spalato (non certo la squadra più motivante di questa terra) ha corso più di molti ragazzini 20enni che hanno ancora tutto da dimostrare. Ma in fondo lui ha sempre corso, anche il giorno del matrimonio, alzandosi alle 5 per correre un paio di ore, perchè non poteva assolutamente fermarsi, altrimenti il suo fisico ne avrebbe risentito.

Un gentiluomo in un mondo di mercenari. Un fenomeno più unico che raro, da raccontare e tramandare ai propri nipoti. Già, ai nipoti, perchè Javier Zanetti è la storia dell’Inter, al pari di Giacinto Facchetti, Giuseppe Bergomi e Giuseppe Meazza. E lui, nella storia, c’è entrato correndo. Come sempre.

PUNTATE PRECEDENTI:

20 Agosto – Francesco Loiacono per Nicolás Burdisso
19 Agosto – Stéphane Panetta per Sebastian Giovinco
18 Agosto – Giovanni Starita per Igor Protti
17 Agosto – Elia Modugno per Sebastian Frey
16 Agosto – Stefano Pellone per Careca
14 Agosto – Marco Macca per Ronaldo
13 Agosto – Michele Pannozzo per Andrea Pirlo
12 Agosto – Alessio Milone per Leandro Cufré
11 Agosto – Dario Camerota per Abel Balbo
10 Agosto – Tommaso Maschio per Lajos Detari
9 Agosto – Marco Iannotta per Andryi Schevchenko
8 Agosto – Leonardo Puccinetti per Matthew Le Tissier
7 Agosto – Dario Alfredo Michielini per Andy Carroll
6 Agosto – Michael Braga per Fatih Tekke
5 Agosto – Luca Lattanzi per Joel Campbell
4 Agosto – Leonardo Peruzzi per Nuri Sahin
3 Agosto – Michele Pannozzo per Manuel Rui Costa
2 Agosto – Francesco Mariani per Yoann Gourcuff
1 Agosto – Demetrio Bertuletti per Hristo Stoitchkov