MondoPallone 3.0
Eccoci, siamo qua. Sempre noi, sempre cambiati. Lo vedete tutti: MondoPallone ha fatto un passo ulteriore verso il suo modo di diventare definitivo. Come ogni giornale, come ogni portale di notizie, per definizione il lavoro è sempre in progress, al seguito delle notizie in un mondo che non si ferma; non facciamo eccezione. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: lo diceva già Antoine-Laurent de Lavoisier, vale ancora di più nella società dell’informazione. Il nostro essere definitivi è il nostro cambiare; l’unica cosa sicura che esiste, a questo mondo, deve essere il progresso. Lo dico anche come critica, perché di partiti progressisti non se ne vedono più.
Quindi: benvenuti alla nostra nuova grafica. Più vicina a quella di un quotidiano, rappresenta un’evoluzione del concetto precedente: tanto spazio alla foto di copertina, che è un nostro segno distintivo e vuole rimanerlo; ma ora abbiamo aggiunto una testata più ampia, e soprattutto una disposizione delle notizie ben più logica e completa. Più ordine e maggior spazio per gli articoli già nella homepage: prendetevi pure il tempo che vi occorre per sfogliare le categorie e godervi la novità. Se prima eravamo come un blog, ora siamo un giornale. Fatto di bit e non di carta, ma non per questo mi pare poco.
Nel merito del cambio, dal lato puramente tecnico, credo che sia doveroso ringraziare chi si è fatto le nottate e tutto il lavoro: parlo del nostro caporedattore Francesco Davide Scafà e del nostro webmaster di fiducia, Fabio Radwan. Gli articoli li leggete ogni giorno con molte firme diverse, ma è grazie a loro che tutti i giorni potete avere assicurata la copertura delle notizie: smanettano fino a ore assurde su codice, plug-in, widget e quant’altro. Fanno tanto lavoro oscuro: e mi piace, una volta tanto, che venga loro riconosciuto pubblicamente. È un duro lavoro, il loro, e qualcuno dovrà pur farlo; il mio è scrivere, e ringraziarli. Senza di loro, beh, non sarei qui a parlarvi (anche) di loro.
Ora torniamo a incensarci un po’ per la nuova grafica e per il nostro sito, però. Se la qualità non la fanno i numeri, è anche un po’ vero il contrario: alcuni numeri sono la prova di una certa qualità. Quindi, ricapitolando: nell’ultimo mese abbiamo confermato le visite che ci eravamo guadagnati coprendo al meglio gli Europei (in quei giorni abbiamo vissuto una esplosione di contatti); contiamo su oltre 7460 articoli, abbiamo 527 fan su Facebook, e 179 follower su Twitter. Anche qui, rispetto all’ultima volta, abbiamo fatto progressi: era il 16 aprile, e di articoli ne avevamo meno di un terzo (le altre proporzioni ve le risparmio).
Talvolta capita di essere presi in giro, o anche insultati (particolarmente sgradevole un commento a un pezzo di un redattore): e questo solo perché ci occupiamo di calcio (… novità tra qualche riga), oppure perché riportiamo delle notizie senza commento (questo il caso degli insulti, naturalmente non pubblicati né pubblicabili). Perché diciamo sempre come la pensiamo, anche quando questo non è ortodosso; oppure perché rifiutiamo il pensiero preconfezionato di ogni tifoso (quello che i miei non lo sapevano, e sono innocenti, mentre i tuoi sono sospettati, e quindi la devono pagare cara). Ma noi non ci fermiamo.
Perché siamo convinti di quello che facciamo, e perché abbiamo la pretesa di fare qualità partendo dal basso. L’argomento da trattare può essere anche il più triviale: il principio di base dev’essere di ragionarci e scriverne nel modo migliore possibile. Non importa l’argomento: quello che conta è l’attitudine. Con deontologia, insieme, per formare una squadra. E per continuare a espanderci: sia per le continue richieste di entrare a far parte della redazione, che sono la cartina al tornasole di un progetto che coinvolge; sia perché abbiamo deciso, sulla scorta delle Olimpiadi, di aprire qualche finestra qua e là per gli altri sport. Rimarremo un sito prettamente dedicato al mondo del calcio, ma non disdegneremo di darvi anche qualche aggiornamento “straniero”.
Perché mentre la redazione (solitamente dislocata un po’ dappertutto per il Paese e non solo) comincia anche a conoscersi vis-à-vis, e mentre un redattore pensa ancora con nostalgia tradita al Canada e alle sue abitanti con accento americano; mentre accade tutto ciò, arriva anche il nostro regalo ai lettori per l’inizio della nuova stagione. Ad aprile avevo scritto: «Ora siamo definitivi (qualsiasi cosa questa parola voglia dire)» vale ancora, vale anche ora. Nelle prossime settimane vedrete lavori di fino e qualcosina anche di più forte (a partire dalla testata con un logo nuovo di pacca); dopotutto, siamo vivi da poco più di nove mesi, una gestazione. E già camminiamo sulle nostre gambe: non ci pare poco. E che la corsa sia con noi.