Quattordicesima puntata della nuova rubrica di Mondopallone.it, “Il pupillo di…”. Siamo lieti di presentarvi il pupillo di ognuno di noi, quel calciatore che ci ha fatto nascere da bambini la passione per questo sport o semplicemente quel giocatore che ci ha regalato emozioni e fatto sognare. Per tutto il mese di agosto vi terremo compagnia con una chicca personale di chi ogni giorno vi informa con estrema professionalità su quello che succede nel mondo dello sport in Italia e all’estero. Lo riteniamo anche un modo come un altro di conoscerci più a fondo… Buona Scoperta!
EMOZIONI DI BAMBINO – Scoprire Ronaldo è scoprire l’amore per il calcio. Se oggi sono qui a scrivere, è soprattutto grazie a due persone: mio padre e lui. Perché se un padre può introdurti a uno sport, a una passione, a qualsiasi cosa, serve quel fuoco che ti possa trattenere, che ti possa catturare, che possa colmarti d’emozioni e farti amare un pallone che rotola ogni giorno di più. Ronaldo è tutto questo e molto più. Ronaldo va oltre il calcio, Ronaldo è un insieme di ricordi che mi hanno accompagnato nei miei giorni di bimbo spensierato e che rimarranno sempre come sigillo nel mio cuore. La domenica si andava a vedere l’Inter, si andava a vedere Ronaldo e in quel tragitto in cui stringevo la mano rassicurante di mio padre non esisteva null’altro che quei pensieri sorridenti che come una nuvola m’avrebbero portato dolcemente a guardare quel pelatone dai denti smisurati che tanto mi ha fatto sognare. Ho pianto, ho sperato e ho amato, ho costruito un mondo che ancora m’accompagna grazie a lui. Sono diventato tifoso della mia squadra e del calcio, sono diventato ciò che sono. A Ronaldo devo molto, molto di più della gratitudine che un normale fan riserva al proprio beniamino. Devo l’amore per uno sport, l’amore per una passione, il piacere di sorridere e il soave tremolio d’un bimbo che non aspetta altro che una palla che rotola.
SEMPLICEMENTE FENOMENO, PER SEMPRE – E mentre guardo quel video ancora scende lenta la lacrima di un amore mai svanito. Perché Ronaldo era così: si faceva amare, da tutti. Per il suo carattere, mai maleducato, mai fuori posto, sempre al servizio di chi ne aveva più bisogno. E, ovviamente, per quello che riusciva a combinare con quel pallone fra i piedi. Ti conquistava. Punto. Tecnica, velocità, potenza, gol, sorrisi e genio. Questo è stato il Fenomeno, quello vero, e questo sarà per sempre. Un giocatore il cuo nome rimarrà scolpito negli annali della storia di questo sport come uno die più grandi di tutti i tempi. Potrò dire ai miei nipotini di averlo visto giocare (anche dal vivo) e potrò raccontare delle mie camminate da bambino paffuto con mio padre parlando di Ronaldo e mentre si aspettava insieme la prossima domenica. Il mio babbo ripeteva sempre: “Solo i carabinieri possono fermarlo”. Non c’era nulla da fare. Quando ti puntava, o ti spostavi, o ti travolgeva e ti ubriacava di finte. I numeri della sua leggendaria carriera parlano chiaro: nei vari campionati disputati tra Brasile ed Europa, ha collezionato 399 presenze mettendo a segno 300 gol, per un totale di 374 in 537 partite giocate. 62 gol in 98 presenze con la Nazionale brasiliana (con cui ha vinto il Mondiale nel 1994 pur senza mai giocare perché 17enne al pari di quanto fece all’epoca il grande Pelé, e quello da protagonista nel 2002, edizione in cui batté il record di segnature segnando 8 gol in una sola edizione, uno in più di ‘O Rei’). E’ ilmilgior marcatore della storia dei Mondiali di calcio, con 15 gol in 19 partite, uno in più di Gerd Muller e di Klose. Due volte pallone d’oro, 3 volte FIFA World Player. Insomma, la storia. E tutto questo con due gravissimi infortuni al ginocchio destro, il tallone dell’achille del calcio, il punto debole d’un interprete perfetto dello sport più bello del mondo. Ma quei 25 gol nel primo campionato di Inter e le sue storiche giocate europee in Coppa Uefa rimangono ricordi piantati nell’anima come lance.
Se dovessi sceglierne uno (una delle imprese più ardue della mia vita), beh, a quel punto non potrei non evocare quella finta ai danni del malcapitato Marchegiani nella finale della Coppa Uefa nel maggio del 1998, quella finta che negli anni a venire hanno provato tutti: ragazzini, bambini, padri di famiglia. Nessuno però, ha mai saputo imitarlo. Quella finta rimarrà la più bella, per sempre. Quel gol è il simbolo di ciò che era Ronaldo. Voglio commuovermi ancora una volta, voglio rivederlo insieme a voi, perché non è mai abbastanza…
E pazienza se poi i problemi di peso lo hanno reso famoso per altre cose, se ha cambiato sponda di Milano o quant’altro. Ronaldo è Ronaldo e per i veri tifosi dell’Inter e del calcio lo rimarrà per sempre, insostituibile. Perché è un patrimonio di questo sport e rivederlo e ricordarlo è una gioia, un motivo di unione. Ronaldo mi ha dato più di quanto si possa immaginare, più di quanto ora io riesca a spiegare, e sicuramente mi pentirò di alcune cose non dette che poi mi torneranno in mente. Quel che sicuramente non dimenticherò di dire è che essere grati a un giocatore così, al di là di fedi, bandiere e diverbi è un dovere oltre che un piacere, è la gioia di sentirsi parte integrante della storia del calcio, è la gioia di poter parlare di un talento così. Ronaldo, il Fenomeno, quello vero.
PUNTATE PRECEDENTI
13 Agosto – Michele Pannozzo per Andrea Pirlo
12 Agosto – Alessio Milone per Leandro Cufré
11 Agosto – Dario Camerota per Abel Balbo
10 Agosto – Tommaso Maschio per Lajos Detari
9 Agosto – Marco Iannotta per Andryi Schevchenko
8 Agosto – Leonardo Puccinetti per Matthew Le Tissier
7 Agosto – Dario Alfredo Michielini per Andy Carroll
6 Agosto – Michael Braga per Fatih Tekke
5 Agosto – Luca Lattanzi per Joel Campbell
4 Agosto – Leonardo Peruzzi per Nuri Sahin
3 Agosto – Michele Pannozzo per Manuel Rui Costa
2 Agosto – Francesco Mariani per Yoann Gourcuff
1 Agosto – Demetrio Bertuletti per Hristo Stoitchkov