Il Pupillo di… Michele Pannozzo

Tredicesima puntata della nuova rubrica di Mondopallone.it, “Il pupillo di…”. Siamo lieti di presentarvi il pupillo di ognuno di noi, quel calciatore che ci ha fatto nascere da bambini la passione per questo sport o semplicemente quel giocatore che ci ha regalato emozioni e fatto sognare. Per tutto il mese di agosto vi terremo compagnia con una chicca personale di chi ogni giorno vi informa con estrema professionalità su quello che succede nel mondo dello sport in Italia e all’estero. Lo riteniamo anche un modo come un altro di conoscerci più a fondo… Buona Scoperta!

IL MAESTRO – Se Dante Alighieri fosse nato calciatore, si sarebbe incarnato in Andrea Pirlo; se Pablo Picasso fosse nato calciatore, si sarebbe incarnato in Andrea Pirlo; se Fidia fosse nato calciatore, si sarebbe incarnato in Andrea Pirlo; se l’Arte, quella con la A maiuscola, fosse nata calciatrice si sarebbe incarnata, in Andrea Pirlo. L’artista è colui che suscita emozioni, colui il quale attraverso la sua eccellenza muove il sentimento, l’ammirazione, la meraviglia; il maestro è altresì colui che dà insegnamenti, che mette in mostra il suo sapere, che letteralmente sale in cattedra; il direttore d’orchestra è il cervello e il cuore, è il ritmo, l’accelerazione, lo stupore. Andrea Pirlo è tutto ciò: artista, maestro e direttore d’orchestra, il regista dai cui piedi incantati anche un semplice appoggio diventa poesia e una “Maledetta” estasi, frutto di genialità e immensità tecnica, proprio quella di cui è custode Andrea Pirlo da Brescia. Caro lettore, perdona i miei voli pindarici, ma è in questo modo che ho voluto farti capire cosa sia per me Pirlo, l’estasi applicata al calcio, il migliore al mondo nel suo ruolo, anzi, l’unico.

PATRIMONIO NAZIONALE DEL CALCIO – “No, vabbé, tu non sei normale! Sei pazzo! Ti prego, non farlo mai più“. Lo ammetto, quando Pirlo ha battuto il rigore contro l’Inghilterra ad Euro 2012, con quel cucchiaio così terribilmente perfetto e dolce, ho pensato di svenire; poi ho realizzato che la palla era entrata e che quel numero 21 era davvero un fenomeno del calcio, un insieme di cellule e ossa e sangue e pelle nato per dare calci ad un pallone; che poi nel suo caso sono carezze e non vili calci, appunto. Devi essere un fuoriclasse per rischiare una cosa del genere, in un quarto di finale di una competizione in cui chi perde va a casa e in cui si era già con un piede sull’aereo di un mesto ritorno. In quel gesto, in quel colpo, in quel punto esclamativo ho rivisto tutta la classe immensa ammirata per anni con quei colori portati qua e là nel mondo, quelle strisce rosse e nere maledettamente malinconiche senza il loro Maestro, senza il loro direttore.

Ce lo invidiano Andrea Pirlo, ce lo invidia tutto il mondo calcisticamente parlando e lo invidio io a chi ha creduto ancora in lui, che con le sue geometrie e la sua classe immensa ha contribuito da primattore alla conquista di uno scudetto che non veniva cucito addosso a quelle magliette bianche e nere da tantissimo tempo. Perché il Maestro è così, porta con sé vittorie e trionfi: l’ha fatto nel Milan, l’ha fatto nella Juventus, l’ha fatto in Nazionale. Anche quando non ha vinto, vedi le sue esperienze a Brescia e a Reggio Calabria, ha mostrato di quale pasta sia fatto, di quale magia calcistica sia portatore. Solo nell’Inter non è stato capito, scambiato come merce di seconda scelta con il primo Guglielminpietro tirato a caso.

 

 

Galeotto è stato il suo incontro con quel gran conoscitore di calcio che corrisponde al nome di Carlo Ancelotti, che ha visto in quel ragazzo forse un po’ taciturno, ma tremendamente efficace, l’interprete massimo di un nuovo ruolo, o in fondo di una posizione che esisteva già e che aspettava solamente di essere conquistata dal suo maggior interprete.

 

 

Quanta amarezza, poi, averlo visto partire, salutare tutti tra le lacrime, portandosi dietro un album pieno di ricordi, ma con delle sezioni ancora da riempire. Compito che sta continuando a svolgere con quest’altra maglia, ovviamente in maniera egregia, come solo sa fare.

 

 

 

 

 

 

 

In fondo va bene così, è il naturale evolversi delle cose. Io continuerò ad ammirarti così come sei Maestro, perché sei l’essenza del calcio, sei il bello di una poesia che continui a scrivere ogni qualvolta accarezzi quel tuo amico fatto di cuoio. Continua a dipingere, a scolpire, a comporre calcio; e a far rosicare tutti coloro che ci invidiano, perché noi abbiamo Andrea Pirlo.

PUNTATE PRECEDENTI

12 Agosto – Alessio Milone per Leandro Cufré
11 Agosto – Dario Camerota per Abel Balbo
10 Agosto – Tommaso Maschio per Lajos Detari
9 Agosto – Marco Iannotta per Andryi Schevchenko
8 Agosto – 
Leonardo Puccinetti per Matthew Le Tissier
7 Agosto –  Dario Alfredo Michielini per Andy Carroll

6 Agosto – Michael Braga per Fatih Tekke
5 Agosto – Luca Lattanzi per Joel Campbell
4 Agosto – Leonardo Peruzzi per Nuri Sahin
3 Agosto – Michele Pannozzo per Manuel Rui Costa
2 Agosto – Francesco Mariani per Yoann Gourcuff
1 Agosto – Demetrio Bertuletti per Hristo Stoitchkov