L’estate di Bonucci non è stata facile: le prime voci sul calcioscommesse, il rischio che fosse escluso dalla Nazionale, un Europeo splendido, la richiesta di squalifica per tre ann otto mesi, l’orgoglioso rifiuto al patteggiamento, la deposizione. E poi la partenza per Pechino in attesa della sentenza e di quella parola: assolto. Dopo la vittoria contro il Napoli è arrivata la voglia di sussurrare (difficile che alzi la voce) al mondo che anche questa volta lui è rimasto in piedi: «Sono stati giorni intensi e pieni di emozioni—racconta Leo —. La cosa più difficile è stata affrontare una giustizia obsoleta, ma i fatti mi hanno dato ragione. Grazie ai miei avvocati è venuta a galla la verità. Io non so cosa abbia spinto Masiello, magari solo invidia. Adesso però è un capitolo chiuso: io guardo avanti». Che il segreto sia la testa emerge chiaramente quando chiedi a Leo se abbia mai avuto paura e se davvero sia riuscito ad allenarsi senza condizionamenti: «Non ho mai pensato che potesse finire male, sono innocente. Avendo la coscienza a posto ho potuto concentrarmi sul lavoro. Ho sempre avuto la Supercoppa come grande obiettivo: dovevamo vincerla per forza e ci siamo riusciti».
[Gazzetta dello Sport]