Il Pupillo di… Dario Camerota

Undicesima puntata della nuova rubrica di Mondopallone.it, “Il pupillo di…”. Siamo lieti di presentarvi il pupillo di ognuno di noi, quel calciatore che ci ha fatto nascere da bambini la passione per questo sport o semplicemente quel giocatore che ci ha regalato emozioni e fatto sognare. Per tutto il mese di agosto vi terremo compagnia con una chicca personale di chi ogni giorno vi informa con estrema professionalità su quello che succede nel mondo dello sport in Italia e all’estero. Lo riteniamo anche un modo come un altro di conoscerci più a fondo… Buona Scoperta!

IL FASCINO DEL BOMBER – C’è poco da fare, il grande attaccante è quello che più di tutti entra nel cuore dei giovani ragazzini che iniziano ad avvicinarsi al magico mondo del calcio. Vedere la rete gonfiarsi dopo un perentorio colpo di testa, dopo un tiro potente, dopo un’ubriacante serpentina in mezzo alla difesa avversaria non può che lasciare a bocca aperta chi osserva. Ed è infatti quello che è capitato al sottoscritto vedendo i gol a grappoli che un arcigno attaccante argentino riusciva a realizzare. Si tratta di Abel Eduardo Balbo, classe 1966, centroavanti che è riuscito ad affermarsi in maniera importante nel nostro Bel Paese e a ritagliarsi numerosi spazi con la maglia della sua nazionale.

GLI INIZI – Balbo inizia la sua brillante carriera in patria, dove disputa però solo due stagioni: nel 1987-88 con il Newell’s Old Boys (con cui vinse il titolo) e l’anno successivo nelle fila del River Plate. Ma il suo destino è quello di trasferirsi nel nostro campionato. Nel 1989 infatti approda all’Udinese di Nestor Sensini, Fabio Rossitto e Marco Branca e riesce sin da subito a esprimere le sue qualità mettendo a segno ben 11 gol, tutti molto belli ma che non eviteranno la retrocessione ai bianconeri friulani. La decisiva consacrazione avvenne dopo le due stagioni trascorse nella serie cadetta, dove comunque mantenne uma media di quasi un gol ogni due partite. Nel 92-93 realizza ben 21 gol in 32 presenze in Serie A (tra cui uno bellissimo all’Inter alla prima giornata) piazzandosi al secondo posto della classifica cannonieri e attirando l’attenzione delle più importanti squadre italiane e non solo.

SIRENE CAPITOLINE – L’anno successivo si traferisce infatti alla Roma di Carletto Mazzone per circa 18 miliardi di lire e anche nella Capitale diviene ben presto un vero e proprio idolo della caldissima tifoseria giallorossa. Rimane per cinque lunghe stagioni realizzando in totale 78 gol. Ed è proprio in questo periodo che nacque il mio amore calcistico per lui. Nel 1997 la sua tripletta alla quinta giornata al Napoli, sconfitto in quell’occasione con un rocambolesco 6-2 dagli undici di Zeman, e quell’intenso abbraccio al futuro simbolo romanista Francesco Totti rese per me quell’argentino col numero nove un simbolo assoluto, un giocatore che non doveva mai mancare nelle occasioni importanti e a cui ci si poteva aggrapare nei momenti difficili che la squadra inevitabilmente attraversava durante l’anno. Una sicurezza, insomma. E sono pochi i calciatori che trasmettono questa sensazione…

QUEL GOL AL MANCHESTER – Dopo una stagione a Parma, disputa la Champions con la maglia della Fiorentina e realizza un’importantissimo gol contro i campioni uscenti del Manchester United. Ritorna poi alla Roma dove si laurea Campione d’Italia anche se non propriamente da protagonista. Termina la carriera da calciatore in Argentina, nel Boca Juniors.

DAL CAMPO ALLA PANCHINA – Come spesso accade per gli ex calciatori, si aprono per Balbo le porte della panchina e diventa il 24 febbraio 2009 il nuovo allenatore del Treviso. La sua prima esperienza da tecnico non va come avrebbe voluto e si dimette dopo solo 4 giornate per mancanza di organizzazione da parte del club. Migliore la sua avventura all’Arezzo come capo dell’area tecnica. Avventura che è destinato a continuare ma stavolta nelle vesti di allenatore. E di gol, con uno come lui che ce l’ha nel sangue e che ha nel 4-3-3 il suo totem tattico, ne vedremo sicuramente…

PUNTATE PRECEDENTI:

10 agosto – Tommaso Maschio per Lajos Detari
9 Agosto – Marco Iannotta per Andryi Schevchenko
8 Agosto –
Leonardo Puccinetti per Matthew Le Tissier
7 Agosto –
Dario Alfredo Michielini per Andy Carroll
6 Agosto – Michael Braga per Fatih Tekke
5 Agosto –
Luca Lattanzi per Joel Campbell
4 Agosto –
Leonardo Peruzzi per Nuri Sahin
3 Agosto –
Michele Pannozzo per Manuel Rui Costa
2 Agosto –
Francesco Mariani per Yoann Gourcuff
1 Agosto –
Demetrio Bertuletti per Hristo Stoitchkov