Quinta puntata della nuova rubrica di Mondopallone.it, “Il pupillo di…”. Siamo lieti di presentarvi il pupillo di ognuno di noi, quel calciatore che ci ha fatto nascere da bambini la passione per questo sport o semplicemente quel giocatore che ci ha regalato emozioni e fatto sognare.
La nascita di un talento – Joel Nathaniel Campbell Samuels, in arte… beh l’arte lasciatela pur perdere e pensate solamente a metterla da parte. Se vi state ancora chiedendo chi sia questo ragazzo non vi preoccupate. Tendenzialmente indica che avete ancora una vita privata, o che non avete dovuto dormire 4-5 ore a notte per mantenerla. Contemporaneamente, però, significa anche che vi siete persi la nascita calcistica di questo giovane fenomeno, a suon di magie, e una cinquantina di euro a notte, a suon di scommesse. Ma questa è un’altra storia.
Due i nomi, due i cognomi, come nella maggior parte dei paesi sudamericani, d’altronde, quantomeno come giusto riconoscimento per chi i neonati li ha tenuti 9 mesi in grembo e ha una tradizione familiare secolare alle spalle.
Per tutti è Joel Campbell, un ragazzo nato il 26 Giugno del 1992 nella periferia di San Josè, Costa Rica, la capitale, famosa più per le piantagioni di caffè che per essere il fulcro dell’area lavorativa e commerciale dell’intera nazione.
Il suo destino però è un altro, e il ragazzo lo dà d’intendere sin da subito. Brucia tutte le tappe sino all’esordio, ad appena sedici anni, nella prima serie costaricana con il Saprissa, il club più rappresentativo del Paese. Stesso discorso con la casacca della sua Nazionale, con la quale partecipa ai Campionati panamericani under 17 e poi, soprattutto, a quelli under 20, prima di conquistarsi la convocazione nella Nazionale maggiore.
La consacrazione definitiva – E’ la Primavera del 2011, il Guatemala ospita il Campionato Nordamericano under-20 . Il livello è di quelli bassi, molto, i campi sono ancora peggio, ve li lascio immaginare. Le partite, tuttavia, son godibili, un po’ per i punteggi alti che le caratterizzano, un po’ (più che altro) per i risultati facilmente prevedibili ma poco preventivabili, in grado di attrarre i più coraggiosi scommettitori, me compreso. Le favorite vincon sempre, le quote però non scendono, se non dopo 10 minuti di ogni incontro, anche perché che i ragazzini del Suriname siano molto meno forti di quelli del Guadalupa devi appurarlo di persona, e spesso non ti basta.
Comunque, in tutto questo, c’è un ragazzo il cui talento cristallino strega, incanta, e che il pallone lo accarezza per davvero. Ha 18 anni e il numero 10 sulle spalle. Lo speaker annuncia Joel Campbell al minuto ’57 di Guadalupa-Costarica, lo ripeterà qualche minuto più tardi in occasione del raddoppio dei ‘Ticos’. A Città di Guatemala riecheggerà per ben 6 volte in 5 partite. Il Costarica arriva in finale con il Messico, perde, ma lui è il capocannoniere del torneo, nonché la stella principale, insieme a Ulises Davila.
Termina il Torneo, incominciano le previsioni. Per me è un fenomeno e futuro crack in qualche club europeo di prim’ordine, per mio fratello il motivo di qualche risata e tante prese in giro. Beh, provate a chiedergli se ride ancora.
Passan tre mesi e arriva la chiamata di un tale Arsene Wenger, uno dei migliori tecnici dell’ultimo decennio, nonché uno dei maggiori scopritori di talenti al mondo. Lo vuole all’Arsenal. Che fosse forte ve l’avevo raccontato, quel che non vi ho ancora detto, però, è che il talento, come spesso accade, non va di pari passo con l’umiltà.
Bene, adesso immaginatevi la scena. Hai appena compiuto 19 anni e sei un calciatore semi-sconosciuto che gioca in un paese sperduto, ti viene offerta l’occasione della vita, in una delle fucine di giovani promesse più importanti del mondo, con tanto di contratto quinquennale e tu che rispondi? “No, grazie”. “Eh??? No, grazie???”. Già, proprio così. Il padre Humberto non vuole aspettare e preferirebbe l’Italia… o la Spagna, per farlo giocare sin da subito. Wenger non se ne capacita. Ad Agosto, però, arriva la svolta. Joel Campbell ci ripensa, è dell’Arsenal.
Odissea finita? Macchè. La presentazione slitta perché il passaporto comunitario tarda ad arrivare. Il nonno è un ex pastore irlandese della Contea di Roscommon, ma le pratiche burocratiche son piene di intoppi e i posti da extra-comunitario già pieni. Viene così trasferito in prestito al Lorient, in Francia. Quest’estate è invece approdato al Real Betis, nella tanto agognata Spagna. Chissà, Wenger avrà deciso d’accontentarlo…
Ah, dimenticavo… Se vi capita di giocare a PES 2012, avete un posto libero in squadra e 2 milioni da buttare, provate ad ingaggiarlo nel Campionato Master. Vedrete, mi ringrazierete…
PUNTATE PRECEDENTI:
4 Agosto – Leonardo Peruzzi per Nuri Sahin
3 Agosto – Michele Pannozzo per Manuel Rui Costa
2 Agosto – Francesco Mariani per Yoann Gourcuff
1 Agosto – Demetrio Bertuletti per Hristo Stoitchkov