Da cannibale a fenomeno. Michael Phelps, esempio di sport e passione

Ok, ci chiamiamo MondoPallone, ma siamo in tempo di Olimpiadi. Ok, siamo MondoPallone, ma è impossibile, ora come ora, non rendere omaggio a uno degli atleti più forti della storia, uno di quelli che, stando al calcolo delle medaglie vinte nel corso della sua carriera, se facesse nazione a sé farebbe una grande figura nel medagliere complessivo. 

Michael Phelps: l’atleta probabilmente più forte di tutti i tempi, una macchina perfetta, la normalità elevata a eccellenza, un fuoriclasse, insomma: un esempio, vero, di sport, talento, qualità, passione. I suoi numeri sono clamorosi, e dicono diciassette ori olimpici, due argenti, due bronzi; ventisei ori mondiali, sei argenti, un bronzo; un oro ai mondiali a vasca corta, tredici nei giochi PanPacifici, conditi da tre medaglie d’argento. Messi, questi numeri, uno sopra all’altro, e tracciata una linea, il medagliere complessivo del Cannibale di Baltimora segna nientemeno che settantuno medaglie. Settantuno, sì, in dodici anni di carriera: era, infatti, l’oramai lontano 2000 quando un giovanissimo Phelps esordì tra i grandi del nuoto internazionale, alle Olimpiadi di Atene: in quell’occasione, a soli quindici anni (!), non rimediò alcuna medaglia, ma fece un’ottima figura, ottenendo come miglior risultato un quinto posto nei 200m farfalla. Specialità che, a Fort Lauderdale qualche mese più tardi nel campionato a stelle e strisce, gli regalò la prima grande soddisfazione della sua mirabilante carriera: record del mondo (1′ 54” 92), migliorato a Fukuoka, qualche mese dopo (1′ 54” 58), e via: strada spianata verso un futuro assolutamente glorioso.

La sua stessa storia, poi, parla per lui: sei ori e due bronzi ad Atene 2004, otto ori a Pechino e record del leggendario Mark Spitz (7 ori) infranto, tre ori e due argenti a Londra, l’ultimo conquistato ieri sera, che ha portato, dunque, a 21 le medaglie olimpiche collezionate. Tracciandola adesso una linea, e calcolando che il buon Michael è un classe ’85, di giugno, la domanda appare dunque scontata: fenomeno, dove vuoi arrivare?