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Mattia Destro è un’operazione pesantissima per la Roma. Vale tanto, è di grande prestigio. Soffiare un calciatore alla concorrenza di Milan, Inter e Juventus significa essere una società di livello, una società ambiziosa e importante. Il valore dell’attaccante in un contesto da vertice lo scopriremo nel corso della stagione: non c’è dubbio che abbia delle qualità, ma deve dimostrare di valere un’estate di duro lavoro.

Personalmente resto dell’idea che Borini sarebbe stato più utile a questa Roma zemaniana. Il bolognese è un giocatore duttile, un furetto che avrebbe potuto ricoprire tutti e tre i ruoli dell’attacco in maniera efficace. Borini ha grosse qualità atletiche e mentali: è bravo nei tagli, quelli che hanno reso celebri Signori e Rambaudi, garantisce la profondità come pochi e, soprattutto, ha una quasi commovente predisposizione al sacrificio. Magari sbaglio, ma mi sembra il prototipo del calciatore zemaniano. Destro è diverso, è un attaccante centrale, in un certo senso ingolfa una zona in cui già Totti e Osvaldo danno il meglio di se stessi. Per carità, tutti e tre si possono adattare sulla corsia di sinistra (specialmente Osvaldo) ma si tratterebbe comunque di soluzioni forzate. Però il nuovo uomo copertina di Trigoria è un predestinato, è il classico attaccante moderno, bravo a fare un po’ di tutto e freddo in zona gol. Sarà il tempo a giudicarlo.

Veniamo al dato saliente: oggi è nato un grande club, che sfida i migliori per accaparrarsi gli atleti più in voga. In poche parole, è nata una società che potrà diventare vincente. E’la prima volta che Walter Sabatini ha dovuto giocarsi un suo obiettivo con una concorrenza così forte e prestigiosa. L’ha spuntata lui, l’ha spuntata la Roma. Una Roma cattiva, ostinata, decisa come mai lo era stata sotto i nuovi proprietari. Che siano arrivato dei segnali da Boston? Può darsi, gli americani hanno abbracciato da subito un progetto a lunga scadenza ma sempre americani restano. Sono abituati a primeggiare, a essere i migliori, i più furbi, i più intelligenti. E chissà che la vicinanza con la squadra in questi giorni non abbia fatto fare un’impennata ai pensieri di James Pallotta.

Servirà la conferma, Destro non può essere solo un fuoco di paglia. Un decisivo salto di qualità potrebbe arrivare già in questo mercato: serve un difensore centrale forte, affermato, uno scudo inattaccabile. Nell’attesa che il bel Mattia si dimostri un vero top player (per dirla alla 2012) e che il campo non dica le stesse cose della passata stagione. Nel frattempo il primo passo è stato già compiuto, questa Roma sa essere forte e cattiva quando vuole. Se vuole soprattutto. Perché con quella città alle spalle non si può campare di utopie. Benvenuta Roma: era ora di un segnale!