DeLa VS Raiola, sfida tra bravi antipatici
Continuano le scaramucce a distanza tra il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e quello che da qualche anno è il procuratore dei procuratori, Mino Raiola. Dice il primo del secondo: “E’ un rompicoglioni, vuole portarmi via Hamsik”. Risponde il seondo al primo: “E’ un dittatore, i tempi del Duce sono finiti.” Insomma toni non bassissimi. Il piu’ eccentrico dei Presidenti, contro il meno garbato tra gli agenti di mercato. Intendiamoci, qui di simpatia non possiamo trovarne, né da una parte né dall’altra. Ma bisogna ammettere che con la loro spavalderia, arroganza, presunzione, il loro mestiere lo sanno fare bene. In questa diatriba non c’è necessariamente da schierarsi da una parte o dall’altra (tifosi del Napoli a parte), ma se, nel nostro essere tifosi o semplicemente amanti di un calcio con dei valori e con un pizzico di romanticismo, dobbiamo proprio farlo, è difficile non strizzare l’occhio al Presidente del Napoli. Ovvero con colui che lotta, o almeno ci prova, contro i mal di pancia di giocatori talvolta viziati, contro i sogni da portafoglio gonfio dei procuratori come lo stesso Raiola che ad ogni gol del proprio assistito sono pronti a batter cassa. A chi non piace sognare col calcio, sperare che il nostro idolo resti per sempre nella nostra squadra rispedendo al mittente le lusinghe di Club concorrenti? Beh se il nostro idolo ha come agente Mino Raiola abbiamo di che preoccuparci, ma siamo un po’ piu’ tranquilli se a salvaguardare il tutto c’è un De Laurentiis pronto a scacciare chi vuole disfare il suo giocattolino, sempre presente (forse anche troppo, ma non si occupava anche di cinema?), ormai non c’è giorno in cui restiamo senza una sua dichiarazione, che sia a Napoli o a Dimaro, al San Paolo o in trasferta. Sicuramente un appassionato, al limite tra il Presidente sempre presente, come in altre piazze si sognano (viene spontaneo il paragone coi fantasmi dei Della Valle a Firenze, entrati nel calcio nello stesso periodo, anche loro prendendo la squadra in serie minori ed anche loro provenienti da altre realtà), e quello invadente che tratta troppo spesso il giocattolino come se fosse solo ed esclusivamente suo.
Ma dall’altra parte c’è un procuratore che, se è vero che è l’incubo dei tifosi, è anche la sicurezza di molti giocatori, che vogliono essere rappresentati al meglio cercando condizioni sempre migliori per se stessi. D’altronde è questo il suo lavoro, e in pochi lo fanno bene come lui. Anche a me piacerebbe che domattina sia Raiola a fare due chiacchiere col mio datore di lavoro, chiedendo di rivedere il mio modesto contratto, proponendomi in alternativa un lavoro altrove. Ne uscirei sicuramente vincitore. Però, tornando al calcio, il discorso pro-Raiola cade quando pensiamo che i calciatori firmano contratti che ovviamente gradiscono con scadenze piu’ o meno lunghe, e che nessuno va loro a chiedere di ridimensionare un contratto in essere al termine di una stagione non positiva, cosa che avviene puntualmente al contrario quando il giocatore si mette in luce. E il discorso ovviamente non vale solo per Raiola ma per la figura del procuratore in generale. In sostanza, bravo Mino Raiola, nessuno fa bene il tuo lavoro come te, nessuno si scorda da dove sei partito (cameriere ad Haarlem in Olanda) e gli affari che hai fatto (Roy, Bergkamp, Nedved, Ibrahimovic tre volte, Balotelli, Robinho,ecc.), ma onestamente se non ci fossero quelli bravi come te noi appassionati e innamorati di calcio ci divertiremmo di piu’.