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Un altro Destro in faccia a chi non valorizza i propri giovani

In queste ore sta per risolversi uno dei rebus piu’ complicati e appassionanti della sessione estiva del mercato 2012. Mattia Destro, nato ventuno anni fa ad Ascoli, è ancora in bilico tra Roma e Juventus, con la squadra giallorossa favorita forte dell’accordo con Preziosi. Nelle prossime ore il finale del giallo verrà finalmente alla luce. L’ormai ex attaccante del Siena si è guadagnato le tante (troppe?) attenzioni grazie ad una stagione che in America chiameremmo da Rookie of the Year (matricola dell’anno, considerando, proprio come farebbero negli States, la scorsa come la sua prima vera stagione da professionista dopo l’assaggio di serie A dell’anno precedente) a suon di gol fatti in tutti i modi possibili, col sinistro, col destro, di testa, di rapina, in girata. Qualcosa piu’ di una scommessa per la quale vale la pena rischiare, l’impressione che si ha da qualche mese a questa parte è che “chi prende Destro si garantisce tanti gol per tanti anni”.

Ma Mattia Destro ha già vestito la maglia di una Big, o meglio, avrebbe potuto farlo visto che il titolo di capocannoniere del campionato primavera 2009/10 e l’ottima impressione destata agli addetti ai lavori durante la Viareggio Cup vinta con l’Inter non gli permisero di esordire in una prima squadra che non ne aveva bisogno (era l’Inter del triplete, Milito, Eto’o, Pandev e Balotelli erano piu’ che sufficienti). Ma il suo talento era sotto gli occhi di tutti, l’Inter decise di spedirlo a Genova sponda rossoblu in prestito con diritto di riscatto a favore del Club di Preziosi. Destro segnò dopo sei minuti di Serie A nella sconfitta interna contro il Chievo, giocò poco il resto della stagione e a gennaio quando l’Inter puntò forte su Ranocchia l’attaccante fu inserito nella trattativa che portò il difensore a vestire di neroazzurro diventando a tutti gli effetti un giocatore del Genoa, ma soprattutto un ex giocatore dell’Inter.

La società del Presidente Moratti si privò così per pochi spiccioli di un giocatore non ancora ventenne e di sicuro avvenire, un giocatore che adesso avrebbe riacquistato molto volentieri, anzi a dirla tutta il nome di Destro è tornato molto di attualità nella testa dei dirigenti interisti questa estate. Ma acquistare un giocatore per svariati milioni di euro quando solo un anno e mezzo fa era di tua proprietà non sarebbe stata ritenuta cosa saggia, soprattutto in periodo di abbattimento dei grandi costi, politica che l’Inter sta provando a portare avanti.
Ma quale miglior modo per contenere i costi se non quello di valorizzare il prodotto fatto in casa? Evidentemente non la pensano così in Via Durini, dato che solo pochi mesi prima della cessione di Destro era partito l’appena ventenne Mario Balotelli, per una cifra sicuramente all’altezza (circa 28 milioni di euro) ma che oggi probabilmente sarebbe quasi raddoppiata. Nel frattempo hanno svariato nell’attacco neroazzurro i vari Biabiany, Zarate, Forlan. A pensarla oggi, una coppia Destro-Balotelli, costo zero euro, sarebbe quanto di meglio si possa fare in tempi di risparmio, senza tralasciare la qualità. Ma l’Inter ha dovuto ripiegare per il trentenne Palacio, costo oltre dieci milioni.

Ma il giochino dello sbarazzarsi del giovane e poi pentirsene, magari riacquistandolo a cifre folli, è abbastanza comune tra le nostre squadre. Citando solo alcuni casi, guardiamo in casa Juventus dove negli anni si è lavorato (e perso) molto con le comproprietà dei giovani grazie ad un ottimo settore giovanile che, fino a pochissimi anni fa, sfornava almeno un paio di talenti puri ogni stagione. I bianconeri hanno appena riacquistato la seconda metà di Sebastian Giovinco, cresciuto nel vivaio bianconero, per oltre undici milioni di euro, la stessa metà era stata ceduta lo scorso anno al Parma per tre milioni, quando sembrava che le strade della formica atomica e della Signora in bianconero stessero definitivamente per separarsi dopo la troppa panchina nell’anno di Ferrara/Zaccheroni. Dopo un solo anno, nel quale Giovinco ha straconvinto anche i piu’ scettici, ecco il suo ritorno con otto milioni di minusvalenza. Cosa simile avvenne qualche anno fa con Nocerino, anch’egli prodotto del vivaio bianconero, del quale la Juventus riacquistò la metà a quasi quattro milioni dal Piacenza dopo uno straordinario campionato di Serie B condito da sei gol. Peraltro I bianconeri in questa sessione di mercato sono alla ricerca di un esterno sinistro che possa fare bandierina/bandierina, probabilmente adesso Domenico Criscito avrebbe fatto comodo, ma ri-acquistarlo dallo Zenit è affare davvero impossibile. In questo caso il treno è davvero passato.

E’ abbastanza curioso anche che la Fiorentina riesca con troppa difficoltà a chiudere una interminabile trattativa a tre con Inter e Palermo (Zamparini ha già dato l’ok all’operazione, l’affare finalmente si farà nelle prossime ore) per il ritorno in viola del fiorentino Emiliano Viviano, cresciuto in viola fino al fallimento della società nel 2002 e accasatosi a Brescia dove si mise in luce come uno dei migliori prospetti italiani tra i pali. E il Milan? Anche i rossoneri, che comunque sul vivaio negli ultimi anni hanno sempre puntato molto poco, registrano casi dove il cavallo di ritorno è costato molto caro. Marco Borriello tornò di proprietà interamente del Milan nell’estate 2008 dopo la sua miglior stagione in carriera, con la maglia Genoa, per un prezzo di otto milioni di euro.

In questo mercato i rossoneri per sostituire Ibrahimovic e Thiago Silva stanno pensando a due giocatori italiani di sicuro affidamento, in linea con l’operazione risparmio attuata dal Presidente Berlusconi. Tra i nomi caldi si fanno quelli di Matri per l’attacco e di Astori per la difesa. Complessivamente ci vogliono almeno venti milioni di euro. Ma vediamo un pò, dove hanno iniziato a giocare a calcio Matri e Astori… ?