Esclusiva Mp – Al potere l’uomo: Mino Favini non smette
La vera differenza, nel calcio odierno, è l’uomo. Il numero di essi è in una fase talmente decrescente che per i superstiti è un gioco da ragazzi spiccare sugli altri. Sarà per questo che chiacchierare con Mino Favini, 76 anni e una passione infinita, è sempre un momento diverso, speciale. Il santone del vivaio atalantino non ha ancora voglia di smettere: “Fin quando mi alzerò ogni mattina con il sorriso, per prendere l’auto e arrivare da Meda a Zingonia, allora continuerò senza problemi, senza pormi l’assillo dell’età”.
Si parla dei suoi ragazzi, quelli che ha preso da bambini contribuendo alla loro consacrazione come calciatori ad alto livello. Elencarli tutti sarebbe impossibile, perciò preferiamo attenerci ai protagonisti di oggi. Da Colombi a Minotti, da Gabbiadini a Koné. Il numero non è mai esiguo. Quasi si stupisce quando noi elogiamo il ct Prandelli, un altro che la prima esperienza la ebbe sotto la sua guida, come persona. Sente anche lui che i tempi sono cambiati, che i valori del nuovo calcio spingono verso altre direzioni. Ma così è più facile, per noi e per lui. L’uomo, in questa intricata matassa, si riconosce dopo un solo gesto. E vince sempre: anche a 76 anni.
Mino Favini, 76 anni e non sentirli. A smettere ancora non ci pensa?
E’ una domanda che mi fanno in molti e credo sia normale. Forse sono la persona più vecchia nel calcio di oggi. Però ho ancora entusiasmo, ho ancora tanta passione per il lavoro che faccio. Mi alzo ogni mattina con il sorriso e arrivare da casa al campo di allenamento non mi pesa affatto. Fin quando ci saranno queste componenti andrò avanti: la carta di identità non sarà mai un grosso limite.
E il vivaio atalantino come sta messo? Negli ultimi anni c’è stato forse un calo nella quantità dei calciatori lanciati…
E’ vero. Non si tratta di una crisi, è solo un dato fisiologico in questo calcio che è cambiato. Adesso anche le grandi società investono molto nei settori giovanili: hanno osservatori in tutte le zone del mondo e, quando è necessario, tirano fuori i soldi e comprano. Noi siamo invece legati alla scuola calcio, la base del nostro lavoro è quella. Anche se, pur essendoci stato un calo, nella prima squadra ci sono oggi sette elementi che provengono dal settore giovanile. E’ un buonissimi risultato.
Minotti e Colombi in rampa di lancio?
Minotti sta facendo un’ottima preparazione. La società vuole darlo in prestito perché sarebbe un peccato tenerlo in panchina con le qualità che possiede. Stessa cosa per Colombi: è ufficiale al Modena, lì potrà giocare ed esprimere tutto il suo valore. Questi ragazzi saranno il futuro dell’Atalanta.
Gabbiadini è destinato al Bologna: come commenta l’affare?
Le società sono vicinissime alla definizione: Gabbiadini sarà prelevato dalla Juventus e poi andrà a Bologna in prestito. Il ragazzo ha bisogno di giocare: gli auguro il meglio, questa può essere una stagione cruciale per lui.
Com’è la vita per un 21enne come Destro? In fondo è facile perdere un po’ la testa se ti insegue il meglio del calcio italiano…
Guardi, mi sono informato e tutte le risposte che ho ricevuto sono rassicuranti per il ragazzo. Mi hanno detto che è molto intelligente, serio sul campo e, soprattutto, che possiede dei valori umani ben precisi. Non si monterà la testa e riuscirà a dimostrare la sua forza anche in un grandissimo club.
Che delitto perdere Verratti e Borini, non crede?
Due ragazzi così talentuosi costituiscono un patrimonio che ogni nazione dovrebbe salvaguardare. Soprattutto in un momento di crisi economica come questo, investire sui giovani diventa fondamentale per sopravvivere al vertice. Si vede che le offerte dall’estero erano troppo importanti per essere rifiutate.
Qual’è il miglior settore giovanile del calcio italiano?
Al momento, come già ho detto, le grandi società hanno qualcosa in più. Basti vedere i risultati eccezionali che ha raggiunto l’Inter nell’ultimo anno. Ma ci sono anche la Roma, i cui giovani stanno debuttando in serie A con buona frequenza, e la Juventus.
Parliamo del suo amico Prandelli. E’ stato uno dei pochi ct, forse l’unico, a non cavalcare l’onda polemica in una grande competizione. Ha dimostrato che in Italia si può fare calcio con il sorriso: è un grande esempio per tutti?
Cesare è una persona straordinaria, è così come lo vedete. Io lo conosco bene perché ha iniziato qui da noi e vi posso assicurare che è rimasto sempre sé stesso. E’ una persona positiva, uno per cui il rispetto e l’educazione vengono prima di tutto il resto. Credo sia un esempio importante per tutto il nostro calcio ed è giusto sia così. Sono molto contento che abbiate notato questo suo pregio.