Alfredo Provenzali, un Maestro. Di giornalismo, di eleganza

“Gentili ascoltatori, buon pomeriggio dagli studi di Saxarubra di Radiouno Rai…” e via, dopo la solita introduzione, con il racconto della giornata calcistica italiana. Serie A, B, all’occorrenza anche Lega Pro, anzi “Serie C” come per tanti anni è stata, quegli anni in cui essere “nella schedina”, o “tra i campi collegati” era soprattutto per le serie minori un onore, un blasone, un qualcosa di indimenticabile.

Gentili lettori, l’immenso Alfredo Provenzali ci ha lasciato, se ne è andato, e ha indubbiamente portato con sé un’incredibile quantità di sapienza, di esperienza, di conoscenza giornalistica che paradossalmente solo in parte è riuscito a tramandare. Perché lui, il Maestro, per quanto possa averci insegnato in questi anni, regalandoci storie di sport descritte in alta definizione soltanto con l’ausilio della sua voce, aveva e avrà per sempre quel quid in più di classe (pura, cristallina) che è possibile apprendere, sì, ma che non diverrà mai propria di coloro che, suoi moderni eredi, per quanto bravi siano possiedono e possiederanno uno stile talmente diverso da risultare grezzo rispetto all’eleganza di chi, il microfono, lo ha ingegnato e svezzato.

Quella generazione lì – storica, unica – sta via via perdendo i pezzi. Carosio e il suo “quasi gol”, Ciotti e il clamoroso “santo Dio, era ora!” al gol di Baggio con la Nigeria a Usa ’94, dunque Provenzali: protagonisti di un modo di fare gentile, educato, sincero e splendente che è oramai uscito dall’uso comune. Oggi la cronaca sportiva è grinta, è passione a tratti forzata, è più spettacolo; prima, era semplicemente la descrizione di ciò che si vedeva, raccontata con le parole eleganti di chi era abituato a usarle, queste parole, tutti i giorni.

Gentili lettori, un altro grande pezzo di giornalismo radiofonico ci ha lasciato, e lo ha fatto proprio nel giorno del suo compleanno, quasi come avesse voluto mettere il punto e chiudere il cerchio, rendendo perfetta, e ordinata, la sua esistenza. “Tutto il calcio minuto per minuto” perde Alfredo Provenzali, noi perdiamo la voce che in macchina, allo stadio, nel garage o con gli amici ci ha fatto sistematicamente compagnia. Microfono e parole: le immagini si costruiscono in testa. Questa la filosofia del Maestro, questa la filosofia di chi è fermamente convinto che nonostante la gerarchia odierna, dove la tv siede fiera sul trono, è e sarà sempre la radio la vera regina.