290 presenze in campionato, 62 nelle coppe europee e 66 in Coppa Italia. Tutte con le maglia dell’Inter, che lasciò solo per un anonimo biennio a Genova, sponda Samp. Come non discutere dei nerazzurri se l’interlocutore è Riccardo Ferri? L’ex difensore ci ha parlato delle sue sensazione in vista della stagione che verrà, con un occhio di riguardo al nuovo corso intrapreso da Massimo Moratti.
C’è aria di rinnovamento alla Pinetina: è una strada che la convince?
Non deve convincere né me né il popolo nerazzurro. E’ una scelta obbligata, dettata dal difficile momento economico che sta attraversando l’Inter e la nazione intera. Spero si punti sui calciatori giusti, perché comunque le ambizioni devono restare intatte. Milan e Juventus partono sicuramente con delle rose che, almeno sulla carta, sembrano più forti rispetto a quella a disposizione di Stramaccioni. Però non si può parlare di ridimensionamento a priori, il giudice sarà come sempre il campo.
Stramaccioni?
Ogni allenatore ha bisogno di una struttura adeguata per far bene e dimostrare tutto il suo valore. Stramaccioni potrà anche essere bravo, però necessita di una squadra che sia in linea con le ambizioni migliori. Neanche Mourinho vincerebbe con un Inter non all’altezza.
Cosa aggiunge Lucio alla Juventus?
La Juventus si appresta a disputare una stagione importantissima: la Champions sarà un bel test per misurare il valore assoluto della squadra di Conte. Un calciatore di esperienza come Lucio, in questi casi, è sempre un bene. Inoltre mi sembra sia apposto anche fisicamente, quindi…
Silvestre è un buon sostituto?
Silvestre è un buon calciatore, su questo non c’è dubbio. Sicuramente ha le qualità per non sfigurare in una squadra come l’Inter, però ancora non lo si può paragonare a Lucio. Il brasiliano ha vinto tutto ed ha già dimostrato di avere una statura internazionale: Silvestre ancora deve affermarsi a certi livelli.
Oggi si è radunata la Roma di Zeman: è curioso di scoprire i giallorossi?
Tantissimo, c’è molta curiosità intorno a un personaggio come Zeman. Quando trovi uno che tenta di applicare un calcio diverso, o perlomeno poco comune, hai sempre voglia di scoprirlo in ogni suo lato. Lui lavora benissimo se viene messo nelle condizioni ideali: la Roma possiede alcuni giovani adatti per il gioco del boemo ed altri, un po’ più avanti con l’età, che forse sono ormai logori per faticare come vuole l’allenatore.
Prandelli ha detto che il boemo sarà importantissimo per preparare i giovani alla nazionale…
Zeman non ha problemi a schierare i giovani, Prandelli altrettanto. Il ct non è uno che predica bene e razzola male: ha sempre dato seguito alle sue idee, sia nelle squadre di club che nella nazionale. Ovviamente per lui sarà un piacere veder giocare elementi freschi e dinamici, i quali possono rivelarsi la base di un grande futuro per i colori azzurri.