Tu no, tu stasera non c’entri nulla. Volevi bloccare il calcio per due o tre anni, criticavi gli addetti ai lavori e i tifosi, non hai mai speso una parola sull’argomento Europeo prima del grande risultato. Ovviamente il Paese ha urgenze molto più serie, ma salire sull’ormai celeberrimo carro dopo aver cercato di bucarne le ruote, beh, emana l’inconfondibile odore dell’ipocrisia.
Forse credi di poter riavvicinare la gente attraverso il veicolo più efficace, perché il calcio è uno straordinario mezzo di aggregazione popolare, però stavolta non andrà così. Gli italiani, stasera, ti percepiranno come un volto estraneo, come il classico imbucato dei compleanni, come l’intruso più sgradito. Molti di loro, grazie alla Nazionale di Cesare Prandelli, hanno la possibilità di evadere per novanta minuti dai tristi confini della vita odierna. Loro scappano da te: non credi sia doveroso rispettare tale spazio privato?
Caro Mario Monti, questo è un autogol clamoroso. Hai perso un briciolo di dignità, hai assassinato i tuoi dribbling ideologici, sei diventato ancora meno credibile. Se avessi continuato a odiare il calcio, come fai nel profondo perché ti toglie visibilità, allora saresti stato più rispettabile: non tutti possiamo avere le stesse passioni, ognuno coltiva le sue e qua la mano. Però sfruttare la vetrina azzurra per degli scopi precisi non va bene. Non sei riuscito a nascondere il tuo errore, il mondo è cambiato, le situazioni si colgono al volo. Nessuno accetterà la tua faccia ucraina, nessuno ti chiederà di partecipare sotto il cielo terso di Kiev. Affitta una macchina: i posti del carro sono tutti occupati.