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Italia-Spagna e quei ricordi legati al basket e alla pallanuoto

Tra meno di ventiquattro ore Spagna e Italia daranno vita a una sfida dal sapore tutto latino per salire sul trono più alto d’Europa. Un match povero di precedenti epici come invece è stato per la semifinale contro la Germania.

Pensi alle furie rosse e i primi ricodono sono rivolti ai mondiali statunitensi e a quel folle gesto di Tassotti oppure ai rigori del precedente Europeo dove salutammo ai quarti. Scavando nel passato, poi, si arriva al 1934 a una doppia sfida mondiale dove i nostri avversari furono penalizzati dall’assenza di Zamora, un maestro tra i pali.

Se tra gli amanti del calcio Spagna-Italia non ha un grande valore sentimentale, rutt’altro discorso per i fan del basket e soprattutto della pallanuoto. Indimenticabile quella domenica pomeriggio d’agosto del 1992 nella piscina di Barcellona; il settebello di Ratko Rudic e la nazionale di casa disputarono una partita interminabile, conclusasi dopo ben sei tempi supplementari. In palio c’era uno degli ultimi ori olimpici e la Spagna di Estiarte aveva il dovere di vincerlo sotto gli occhi del re Juan Carlos. Quel giorno di fronte trovarono una grande Italia che si impose con la rete di Ferdinando Gandolfi in extremis. Una sconfitta casalinga difficile da digerire per gli spagnoli che dua anni dopo furono nuovamente sconfitti a Roma nella finale dei mondiali; stavolta non ci fu storia e il nostro settebello si impose nettamente 10-5.

Nel basket Italia-Spagna coincide con gli unici due trionfi italiani agli Europei, datati 1983 e 1999 ed entrambi in terra francese. Dino Meneghin e suo figlio Andrea, due generazioni vincenti che permisero il giusto trionfo a un movimento che in quell’arco di tempo ha vissuto un periodo florido grazie ai successi del Banco di Roma, delle scarpette rosse milanesi e delle due bolognesi.