Le ore scorrono, lentamente, la finale si avvicina come un dolce sogno da cogliere. Abbiamo chiesto un parere sulla partita a Raffaele Di Fusco, ex portiere del Napoli, oggi preparatore dei numeri uno e abituale membro dello staff di Franco Lerda. Il campano inquadra così la sfida: “Dobbiamo interpretare la gara nello stesso modo del 10 giugno, andando a pressarli alti e cercando l’immediata ripartenza. Il loro fraseggio potrebbe farci spendere molte energie fisiche, ma il problema non si porrà se manterremo il campo come siamo abituati a fare”.
Vuole sbilanciarsi con un pronostico?
Oddio, no. Anche per scaramanzia preferisco evitare. Comunque sono abbastanza fiducioso.
L’Italia può arrivare più stanca rispetto alla Spagna?
Potrebbe starci, perché le nostre partite sono state molte più intense rispetto alle loro. Inoltre abbiamo due o tre calciatori che, pur acciaccati, sono scesi in campo ugualmente contro la Germania. Però l’adrenalina di una finale cancella tutto.
Ma gli uomini di Del Bosque sono l’avversario ideale per esaltare le nostre caratteristiche?
Indicare la Spagna come avversario ideale mi sembra alquanto ottimistico (ride n.d.r.). Scherzi a parte, in una finale non esiste mai una squadra più debole: il solo fatto di essere lì a giocarla conferma la forza di un gruppo. Credo che la cosa più importante consista nel saper leggere le loro soluzioni di gioco, perché possono alternare il ritmo in base alle caratteristiche del calciatore più avanzato. Se c’è Torres, ad esempio, cercano molto di più la verticalizzazione.
Parliamo un po’ di lei: seguirà Lerda a Lecce?
Ancora non lo so, credo e spero di sì. Per il momento manca l’accordo verbale tra me e Franco.
Si dice che la nuova società voglia confermare Fabrizio Lorieri nel suo ruolo…
Questo non mi riguarda: io devo trovare l’intesa con Franco, poi sarà lui a parlare con la società.