Un personaggio al giorno, dentro o fuori dal campo di gioco, fino al 2 luglio: MondoPallone, durante tutti gli Europei, vi regalerà quotidianamente la biografia compressa di giocatori e non solo. Oggi è il turno di Mario Balotelli, attaccante dell’Italia.
Non poteva che essere lui, ovviamente, il personaggio di oggi. Per questo Europeo, molti si aspettavano un Mario capocannoniere: chi scrive pensava a Gomez (nullo, iersera), invece è stato Balotelli. Doppietta, in testa a parimerito nella classifica marcatori, e con ancora una partita da giocare.
Pensiamoci bene: di SuperMario sappiamo tutto, nel bene e nel male. Sappiamo che ha voluto salutare sua madre, sugli spalti, e che le ha dedicato la doppietta; sappiamo delle sue scorribande notturne, delle auto sfasciate e anche cose peggiori. E purtroppo non possiamo non sentire la salva di fischi che lo accoglie in campo, o che lo saluta al momento di abbandonare la contesa causa crampi. Senza citare le banane.
Quello che non abbiamo pensato finora, però, è la sua posizione sociale così particolare. Nero ma italiano, con una storia personale difficile da digerire, e un carattere molto complesso; ieri è riuscito in una rarità: ha unito un po’ tutti gli italiani. Dove la politica fallisce (spesso mi chiedo, in questi giorni: dov’erano, il 2 giugno scorso, tutte quelle bandiere tricolori?), intere piazze e città hanno gridato all’unisono per i gol di un nero.
Tutti uniti, anche gli immigrati: dall’Emilia terremotata fino ai quattro angoli del paese (tranne il Südtirol), il calcio ha riunito una popolazione che attraversa un momento difficile, sotto il tiro della finanza mondiale (e senza che sia possibile un pensiero differente), con la crisi che ha bruciato un milione e mezzo di posti di lavoro (Tg1 60 secondi dixit), con la stanchezza di una popolazione che non sa come ripartire. Balotelli, uno e due: tutti insieme appassionatamente.
Di Balotelli è peculiare anche il talento, e la posizione in campo. Si tratta di un talento naturale, ma non ancora tecnico: nelle scorse partite ne abbiamo sofferto l’esecuzione particolarmente lenta. Ma se tecnicamente è discutibile, le potenzialità fisiche sono uniche: la sua statura da centravanti ci è stata utile per recuperare alcuni palloni aerei, e per tenere in ansia le difese avversarie. Un fisico da prima punta, una testa da seconda (che tende spesso ad allargarsi). Una corsa fulminante, guai a lasciargli un metro come i tedeschi hanno imparato a proprie spese.
Ieri in campo è andata una nuova Italia: capace di giocare a viso aperto anche una partita che, sulla carta, ci vedeva sfavoriti; in grado di includere (e festeggiare) anche un italiano come Balotelli, sì, ho scritto italiano, e ci tengo a ribadirlo. Un italiano tra gli italiani. In campo si è vista la nuova Italia, sperando che da domani sia così anche per le strade, e che l’euforia nazionale e nazionalista che si è scatenata possa trascinarci anche nei tempi “normali”: nella vita di tutti i giorni, nelle difficoltà, e anche quando andiamo a votare, per dire.
D’istinto e di rapina, anticipando difensore e portiere avversario, per il vantaggio (dopo due sbandate difensive, oltretutto); poi con una castagna secca dal limite dell’area, dopo che Buffon aveva respinto in angolo un tiro di Khedira, e Montolivo aveva recuperato una palla che ha giocato nel migliore dei modi. E un’ora dopo via i caroselli per strada: per festeggiare la doppietta di un nero italiano.
Mattatore contro la Germania. Lo aspettiamo matador della Spagna.