Euro2012 – La Sghimberlo-Cronaca di Spagna-Portogallo

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E’ il momento di Spagna-Portogallo. Gente a cui piaceva navigare per colonizzare terre nuove (anche se abitate) contro gente che navigava solo per circumnavigare i capi.

0′ – Sghimberlo che da prassi parte recensendo gli inni nazionali. Meraviglioso, come sempre, quello portoghese. Quello spagnolo viene invece suonato a ritmo di marcia funebre: probabilmente le furie rosse vogliono far capire fin dall’inizio cosa ci aspetta durante questa partita.

3′ – Nella Spagna c’è una novità. Del Bosque non rischia Torres, che da qualche anno ha il problema di avere due piedi sinistri montati sotto le caviglie, ma non vuole nemmeno far giocare Fabregas, perché per contratto Fabregas non può fare più di 50 minuti a partita. Dopo una breve lotteria ecco il nome pescato dal figlio segreto di Casillas: giocherà Negredo.

6′ – Anche se Cerqueti sostiene che ad arbitrare sia Shakira (cosa che avrebbe generato polemiche vista la sua liaison con Piqué), il direttore di gara si chiama Cakir ed è turco. Particolare tutt’altro che trascurabile: i portoghesi lo detestano da otto generazioni.

9′ – Grande chance per Arbeloa, che cicca col piattone da una mattonella molto invitante. Il Portogallo ripone fiducia nel proprio schema, provato e riprovato in allenamento: “Passatela a Ronaldo e intonate un canto al Signore”.

12′ – “La Spagna ha una Silva in mezzo al campo”. Già due volte Cerqueti ha nominato il giocatore spagnolo usando il genere femminile. Se Cecchi Paone è connesso su raiuno domani ne vedremo delle belle.

15′ – Intanto ricordiamo che nessun animale è stato maltrattato per ottenere la pettinatura di Meireles.

18′ – L’uso di Negredo potrebbe essere anche stato pensato a sfregio, da Del Bosque, considerando che storicamente pare siano stati i portoghesi a inventare lo schiavismo.

21′ – E’ ufficialmente cominciata l’anestesia della Spagna su questa partita. Cadono come mosche sugli spalti.

23′ – La notizia, nelle file portoghesi, è invece che da qualche minuto Fabio Coentrao ha cominciato a correre in linea retta e non a zigzag com’è sua natura. Riesce però a farlo soltanto sulle fasce, perché ha bisogno della riga del fallo laterale come pro memoria.

26′ – Il Portogallo sta giocando una partita coraggiosa, riuscendo perfino a tenere palla contro l’ostinato possesso spagnolo. I fischi al tiqui-taca intanto ricordano da vicino i “rondinini” di Giovanni Pascoli. Ogni minuto che passa sono sempre più flebili. Morfeo sta mietendo alla grande.

31′ – Rasoiata di Cristiano Ronaldo, che si è allenato facendo per anni il testimonial Gillette. La prima lama solleva il pelo, la seconda lo disintegra, la terza ha tutto il tempo di portarsi in camera Paris Hilton.

34′ – A vederlo, leccatissimo, Cristiano Ronaldo è chiaramente un metrosessuale. Iniesta invece è un metro e venti.

38′ – Nota storica: pare che l’animale simbolo del Portogallo sia proprio il gallo. Racconta la leggenda di un’ingiusta carcerazione di un anonimo pellegrino, il quale riuscì a discolparsi compiendo un miracolo durante il processo, vale a dire facendo cantare il gallo che quella sera il giudice avrebbe dovuto cucinare. Questo dimostra più che altro come le coltivazioni di marijuana fossero legali in epoca medievale.

41′ – Si ha sempre più l’impressione che se il Portogallo al posto di Hugo Almeida avesse un giocatore, non dico di pallone ma già – che so – di pallavolo, curling, briscola a squadre. Insomma, se ci fosse un qualsiasi agonista la partita sarebbe già stata sbloccata a favore dei lusitani.

45′ – Ammonito Coentrao che tentava di strappare una riga laterale e trascinarla in mezzo al campo per poter sfondare centralmente senza dover percorrere i classici ottanta metri in più.

46′ – Si chiude 0-0 il primo tempo, e non avremmo mai scommesso il contrario. La voce di Pierrot-Cerqueti è stata finora la cosa più entusiasmante della gara.

47′ – Iniziata la ripresa. Si scalda Llorente, che dovrebbe rilevare Negredo. Ma sarà un casino convincere l’arbitro che Negredo sia effettivamente in campo.

53′ – La Spagna quando fa gioco è di una noia mortale. Ma quando lo subisce diventa qualcosa di apocalittico. In questo momento in campo ci si diverte come in una corsia del pronto soccorso di Beirut.

55′ – Non è una ola. Sono gli spettatori sopravvissuti che si fanno forza dicendo al vicino: “Tranquillo, non sei solo”.

57′ – Dentro Fabregas per il ritratto stereografico di Negredo, che per vederlo devi per forza fissarlo, incrociare gli occhi e immaginare la vita monocellulare.

58′ – Attenzione, perché se la partita dovesse andare ai supplementari, a quel punto Fabgregas giocherebbe oltre un’ora e Del Bosque dovrebbe sprecare un’ulteriore sostituzione per toglierlo. Insomma, mossa azzardata del CT spagnolo.

60′ – Ora la Spagna è subissata dalle bordate di Hugo Almeida. Il Portogallo è pericoloso come un cono al torroncino in mano a un’anziana signora al parco.

65′ – Fabregas sguscia via a Joao Pereira e lo costringe al fallo, con relativa ammonizione. Preferirgli Negredo è stata una mossa geniale. Come lanciare sassi per fermare un sottomarino U-Boot.

68′ – Particolare curioso: la Spagna nel primo tempo aveva il lutto al braccio. Nella ripresa la fascia nera non c’è più. L’ultima volta era succesa una cosa simile con un certo Lazzaro…

73′ – Punizione da circa 25 metri per il Portogallo. Ecco Ronaldo. Assistiamo inermi al solito rito dei cinque passi con conseguente divaricamento di gambe e sbuffo piacio, seguito infine da un tiro che nel 70% dei casi colpisce la barriera, nel 28% finisce fuori e nell’1,8% colpisce o portiere o palo. Ma c’è sempre uno 0,2% di possibilità che una curvatura spazio-tempo permetta al pallone di penetrare in un universo parallelo in cui nuove regole della fisica consentano il miracolo.

77′ – Cercare di far sorridere commentando QUESTA partita è un po’ come tentare di corteggiare Rita Levi Montalcini ripetendo la tabellina del nove.

81′ – Se ne va finalmente Hugo Almeida. E pensate che non aveva la barba, quando è cominciata la partita.

83′ – Altra punizione per il Portogallo. Mettete il gettone.

86′ – Ammonito anche Alves. Apprezzabile la precisione dei portoghesi, che si stanno facendo ammonire in ordine di formazione. Toccherebbe ora a Meireles.

88′ – Del Bosque intanto inserisce finalmente una punta: Pedro. Fuori Xavi, che ha toccato più palle stamattina quando s’è aggiustato le mutande.

90′ – Clamoroso errore di Cristiano Ronaldo dopo una fuga centrale di Meireles. La Roja si scopre al novantesimo e lascia agli avversari un contropiede 4 contro 2. In Spagna sapranno palleggiare come nessun altro, ma quando c’è da tirare fuori esperienza e mestiere sono risoluti come l’indù che vede passare il treno per la prima volta.

92′ – Ammonito Veloso. Ci scusiamo, effettivamente toccava a lui.

93′ – Termina qui la prima puntata della trilogia di Portogallo-Spagna. A breve inseriremo i link con il manuale di Focus per sopravvivere ai supplementari.

95′ – Iniziato il primo supplementare da 5 minuti, ma sembrava ancora la pubblicità.

100′ – Vincendo, la Spagna vincerebbe la partita. Viceversa il Portogallo, perdendo, la perderebbe. Così possiamo riassumere questo primo extra-tempo.

104′ – Arriva anche il primo tiro in porta per la Spagna: un tapin di Iniesta deviato da Rui Patricio. Centoquattro minuti per concepirlo, ci aspettavamo come minimo un’acrobazia dentro un cerchio di fuoco e con sei chili di mortaretti applicati a dei piercing fra le gengive.

106′ – Per il Portogallo dentro Custodio, chiamato così perché fisicamente è più o meno la custodia di Joao Moutinho.

108′ – Nelson Oliveira sta riuscendo nella titanica impresa di far rimpiangere Almeida.

110′ – L’impressione è che per evitare il terzo atto della trilogia – intitolato: “cento tiri dal dischetto prima di andare a dormire” – serva l’intervento della peste nera sul terreno di gioco.

112′ – Dentro Varela. E’ quello che ha eliminato la Danimarca svirgolando un pallone facile e subito dopo spedendone in rete a 400 km/h uno impossibile. Può dare delle soddisfazioni.

114′ – Xabi Alonso tenta di sfoltire la rosa del Real rubacchiando una tibia a Cristiano Ronaldo. Visto dall’arbitro: ammonizione e obbligo di restituirla. Intanto, alla chetichella, Pedro se ne stava andando in area portoghese. Visto anche lui e fermato dalla difesa.

117′ – Jesùs Navas ha dato profondità all’azione della Roja, ma quando si tratta di concludere sembra un po’ troppo scolastico. Potremmo ribattezzarlo Navas-scuola.

118′ – Le vuvuzelas avevano l’insospettabile pregio di tenere tutti svegli. Vedi cosa capisci, anni dopo, col senno di poi?

120′ – E anche questa è andata. Forza, che c’è la vita fuori da questo stadio!

120′ – Stiamo assistendo a un remake di Babele a centrocampo. L’arbitro è costretto a tirare diciotto volte la monetina perché né Casillas né Ronaldo capiscono la differenza fra una testa e una croce. Chiamato a spiegare Navas, che chiamandosi Jesùs la dovrebbe sapere.

Rigori – Alonso si fa ipnotizzare da Rui Patricio. Mentre i portoghesi festeggiano, lo spagnolo sta facendo il verso della capra a centrocampo.

Rigori – E anche Casillas neutralizza il rigore di Casillas. Questo 0-0 è BLINDATO.

Rigori – A segno Iniesta. Confermiamo che ci sono le reti dietro le porte.

Rigori – Pepe gol! Tirano solo giocatori del Real o del Barça.

Rigori – Piqué non interrompe la tradizione siglando il gol del 2-1.

Rigori – Si avvicina Bruno Alves. Nani se ne accorge e riesce a evitare la catastrofe. 2-2.

Rigori – Cucchiaio di Sergio Ramos. Vuole pure lui il pallone d’oro.

Rigori – Non si riesce a evitare la sentenza di Bruno Alves. Non è gol.

Rigori – Fabregas manda la Spagna in finale colpendo il palo interno. Chissà se in spagnolo si chiama culos…