Euro2012, il personaggio: CR7

Un personaggio al giorno, dentro o fuori dal campo di gioco, fino al 2 luglio: MondoPallone, durante tutti gli Europei, vi regalerà quotidianamente la biografia compressa di giocatori e non solo. Oggi è il turno di Cristiano Ronaldo, attaccante del Portogallo.

Con quel nome (CR7), potrebbe benissimo trattarsi di un extraterrestre, e ha ancora tempo per dimostrare di esserlo. Finora eravamo riusciti a evitarlo in questa rubrica: per le prime due partite perché non aveva incantato, per la terza perché c’era da celebrare il suicidio dell’Olanda. Ora che ha riportato il suo Portogallo tra le prime quattro (quarta volta nella storia: la prima in Francia, nel 1984, poi a BelgiOlanda 2000, infine la finale 2004, giocata in casa ma vinta dai greci), non possiamo più esimerci dal parlarne: si sta accendendo, ed è la prima volta che lo fa durante la fase finale di un torneo importante.

A 27 anni, CR7 è nel pieno della maturità: atleticamente devastante, piano piano si sta liberando anche di quei leziosismi che (lo dico senza timori) me ne hanno da sempre distanziato. Insomma, non lo tengo in simpatia; per usare le parole di Gianni Agnelli (su un certo Zidane) è più bello che utile. Però Paulo Bento la pensa diversamente, e non può fare altrimenti: quando hai in squadra un fuoriclasse del genere, non puoi fare finta di niente e tenerlo in disparte. Gli devi costruire una squadra attorno, e sperare che il ragazzo decida di accendersi: devastante contro l’Olanda (gol, palo, assist sprecati dai suoi compagni), decisivo ieri quando serviva (impreciso nelle punizioni, ha inflitto però il castigo su respinta dalla bandierina).

Insomma, diciamolo apertis verbis: finora è stato un crescendo, e la semifinale potrebbe ragionevolmente proporre il derby iberico. Se il Portogallo gioca come ieri (in una partita, francamente, che è stata una noia mortale), non la vedo facile; ma, a dire la verità, a livello di talento e organizzazione difensiva, i lusitani sono tra i pochi avversari che non partono battuti in partenza contro la Spagna.

Sconfitti alla prima partita (ma dalla Germania: vista la resa fin qui, i tedeschi hanno comunque preso uno scalpo di prestigio), i portoghesi hanno ripreso per i capelli lo scontro con la Danimarca, per poi sbarazzarsi dell’Olanda e ora della Repubblica Ceca (che, priva di stelle, ha messo in mostra giocatori interessanti): non so se sia sufficiente per completare la trasformazione di CR7 in un leader, ma un primo passo lo ha compiuto. Il derby iberico (probabilmente) lo aspetta: due economie in crisi, una andrà fino in fondo. E non a fondo.