Quando si parla di Napoli, Albertino Bigon è sempre una delle fonti più autorevoli. L’allenatore del secondo scudetto partenopeo esprime il suo parere riguardo alla sostituzione di Lavezzi: “Vargas e Insigne hanno le caratteristiche giuste per assumere la difficile eredità del Pocho”. Che sia un consiglio a suo figlio Riccardo?
Mister, cosa passa nella testa di un calciatore che abbandona Napoli?
Sicuramente il cuore di Lavezzi sarà diviso in due parti: una è felice per il nuovo contratto che lo aspetta, l’altra soffre per il distacco da tappa fondamentale della sua carriera. Il calcio è così, quando arrivano offerte importanti è difficile non considerarle. Anche se, fatemelo dire, il Pocho non troverà più quelle emozioni che Napoli gli ha regalato.
E’ giusto puntare su Vargas e Insigne per la sua sostituzione?
Non me la sento di esprimere un parere definitivo sui due ragazzi, devo prima conoscerli a tutto tondo. Credo sia però giusto offrire loro una chanche: hanno dimostrato di possedere qualità importanti, possono farcela ad imporsi in una piazza come Napoli. Spero solo che ci sia pazienza nei loro confronti, perché l’esempio di Giovinco ci insegna che a volte il grande calciatore ha bisogno di un po’ di tempo.
Un giudizio sull’operato di suo figlio?
E’ difficile per me valutare il lavoro di Riccardo senza condizionamenti, può capirlo. Sta facendo bene, i risultati dei primi due anni e mezzo dicono che la società ha operato in maniera convincente.
Come giudica l’Italia dopo le prime tre partite?
Ho visto una buona squadra, sicuramente non esaltante ma capace di giocarsela con tutte.
Nei quarti c’è l’Inghilterra: che partita si prospetta?
L’Inghilterrà è una squadra rognosa, molto fisica e con qualche giocatore di qualità negli ultimi metri. Hodgson è una vecchia volpe, conosce bene il calcio italiano e questo potrebbe costituire un problema. Sarà un bel test anche per i nostri attaccanti, Cassano e Balotelli in particolare: non è facile venire a capo dei difensori inglesi.
Il tanto temuto biscotto non c’è stato: abbiamo perso un’occasione per stare zitti?
Bisogna vedere da quali componenti sono giunte le cattive insinuazioni. Un minimo di paura può essere anche comprensibile in certi casi, l’errore nasce nel momento in cui questo timore diventa ossessione. Però dall’ambiente azzurro è arrivato un segnale positivo: Prandelli, nei giorni precedenti alle partite, ha cercato sempre di stemperare i toni.