Non c’è stato il chiacchierato e temuto biscotto tra Spagna e Croazia: a Danzica vincono gli spagnoli con un gol nel finale di Jesús Navas, condannando i croati alla prematura eliminazione. Non è arrivato quel 2-2 che Svezia e Danimarca misero in scena nel 2004 e che avrebbe creato scalpore, polemiche e clamore mediatico, ma non è arrivato nemmeno quell’1-1 che, complice il 2-0 dell’Italia con l’Irlanda, avrebbe comunque qualificato la Spagna, come prima, e la Croazia.
Al contrario quindi delle “teorie” deliranti e antisportive del nostro capitano (e vicepresidente dell’AIC, una seconda aggravante, a pensarci bene) Gianluigi Buffon, spagnoli e croati hanno preferito fronteggiarsi, scontrarsi e giocarsela senza taciti accordi sottobanco che avrebbero favorito entrambe. Hanno preferito, per usare le parole del Gigi nazionale, l’avere il morto che i due feriti, onorando quel pallone, spesso tradito, e tutti noi tifosi, di qualsiasi nazionalità, che oggi assistevamo trepidanti alle due partite.
Potevano ingannarci, potevano esultare insieme, a fine partita, per il passaggio del turno senza nemmeno ritrovarsi il dito puntato contro, ma, anzi, scaricando le colpe proprio sugli azzurri perché, dopotutto, se l’1-1 qualificava entrambe la “colpa” era della stessa Italia che non era stata capace di segnare, al contrario di quanto fatto da loro, tre reti alla Repubblica d’Irlanda.
Meglio uno morto onestamente, quindi, che due feriti con la coscienza sporca: questo è il messaggio che ci arriva oggi da Danzica e che, si spera, sia recepito dal caro Buffon e da tutti quei calciatori o quegli pseudo sportivi che la pensano come lui e che ogni anno mettono in scena tristi teatrini di fine stagione.
Purtroppo però la lezione di stile e di onestà sembra esser stata subito mal recepita: lasciano infatti basiti, almeno a livello personale, le dichiarazioni a caldo del nostro portierone Campione del Mondo, grande tra i pali ma troppo spesso piccolo con un microfono davanti alla bocca. Intervistato dalla Rai Buffon infatti ringrazia pubblicamente la Spagna e, accomunandola all’Olanda (che, vincendo contro la Romania nel 2008, ci permise di avanzare ai quarti, ndr), fa presente a tutti che queste due nazionali avranno sempre un bonus (?!) con noi, rimarcando il tenerlo bene a mente pure quando lui, tra 2-3 anni, sarà solo un plurimilionariopensionato. Avrei voluto domandare a Gianluigi cosa intende con questo bonus, perché non vedo quale bonus si possa guadagnare nel giocare sempre dando il proprio massimo; e, ancora, non capisco perchè ci sia bisogno di aver un “debito” per fare altrettanto, per comportarci allo stesso modo, per essere onesti e onorare il pallone e tutti noi tifosi.
Oggi a vincere non è la decantata Italia di Prandelli o la Spagna di Del Bosque, oggi vince l’onestà, oggi vincono quei “morti che camminano”, sperando che Borsellino non si offenda per usar le sue parole in un contesto tanto puerile. Nessun tifoso ferito, quindi, ma solo alcuni prigionieri: tutti coloro ai quali, rinchiusi nelle segrete di una mentalità ottusa e malata, non è bastata quell’ora e mezza di aria pulita “per rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Sperando che il nostro martire dell’antimafia mi scusi, ancora una volta, per aver preso in prestito i suoi insegnamenti.