Home » Prepariamo i cornetti: per l’Italia il 18 giugno è nero

Nel Paese della superstizione, della cabala e della smorfia si comincino a lucidare corni e cornetti rossi, portafortuna di ogni genere e foggia e a toccare ferro e metalli simili. Storicamente, infatti, il 18 giugno è un giorno funesto per la nazionale italiana, tormentata da sconfitte epiche, Bayron Moreno di sorta e pareggi inaspettati pre biscottate.

Diciotto anni fa, la prima manifestazione del maleficio di questo giorno, poco azzurro e parecchio nero. Mondiali del 1994 negli Stati Uniti, prima partita del girone di qualificazione dell’Italia di Sacchi, avversario l’Irlanda (e qui andranno sfoggiati cornetti potentissimi). Tutto facile, si pensa, invece tale Ray Houghton regala una vittoria che nemmeno il più ottimistico dei devoti di San Patrizio avrebbe preventivato. Sconfitta 1-0 che si rivelerà indolore, ma che suona come un primo campanello d’allarme.

Nel 2002, il 18 giugno si trasforma nel Byron Moreno day. Per tutti quelli che non lo conoscono o che hanno dimenticato la sua faccia poco amichevole, basta dire che questo personaggio ormai leggendario contribuì con alcune decisioni calcisticamente poco ortodosse all’eliminazione della nazionale italiana dai Mondiali nippo-coreani contro la Corea del Sud padrona di casa, leggermente favorita dal direttore di gara ecuadoriano.

Parlando invece di Europei, il 18 giugno rappresenta un giorno di pareggi. Due i segni X usciti alla fine di altrettante gare disputate dagli azzurri in questo giorno: il primo risale al torneo del 1980, uno 0-0 contro il Belgio caduto giustamente nel dimenticatoio della storia italiana; ben più amaro l’1-1 di Euro2004, quando l’Italia di Trapattoni pareggia a 5′ dalla fine a causa dell’incredibile gol col tacco volante di Ibrahimovic che, di fatto, eliminò la Nazionale, beffata dal biscotto preparato dalla ditta danese-svedese della partita successiva.

Insomma, i precedenti non sono proprio dei migliori, ma in fondo i numeri sono fatti anche per essere aggiornati ed i tabù sfatati. Forza azzurri allora, sperando di lasciarci alle spalle finalmente questo jellatissimo 18 giugno.