Euro2012, il personaggio: Giorgios Karagounis
Un personaggio al giorno, dentro o fuori dal campo di gioco, fino al 2 luglio: MondoPallone, durante tutti gli Europei, vi regalerà quotidianamente la biografia compressa di giocatori e non solo. Oggi è il turno di Giorgios Karagounis, centrocampista della Grecia.
I greci sono un popolo strano: dove noi diciamo Alessandro e Socrate, loro pronunciano Alèxandros e Socràtes. Un popolo strano, ma orgoglioso e combattivo: come la loro squadra che ieri, quando tutti avrebbero pensato che la Russia poteva far goleada, quando tutti la davano per vittima sacrificale, quando sembrava che potessero solo perdere la partita, ha tirato fuori gli artigli e le unghie, e ha morso questo Europeo. Ci teneva proprio, il capitano Giorgios Karagounis (per gli iniziati e per quelli che hanno fatto il liceo classico: Γιώργος Καραγκούνης), a passare il turno: a precisa domanda se sarebbe andato a votare, oggi, qualche giorno fa aveva risposto che sperava di no, perché avrebbe voluto dire che avevano passato il turno. Detto, fatto.
Il giocatore lo conosciamo: classe ’77, nel 2004 era stato l’autore del primo gol della competizione e un’autentica rivelazione: di fatto si meritò la chiamata dell’Inter, probabilmente la più prestigiosa tra tutte cui vennero destinati molti dei campioni a sorpresa: Seitaridis finì al Porto, Zagorakis al Bologna, Kapsis al Bordeaux, Lakis (che pure in Portogallo si vide poco) al Crystal Palace). Charisteas giocava nel Werder Brema e un anno dopo andò all’Ajax, Fyssas già era del Benfica, anche se nessuno di loro era titolare inamovibile. Quasi tutti sono stati poi ceduti dopo una sola stagione, senza avere convinto.
E così, mentre il nostro aveva detto, e anche per la disperazione dello scrivente (che in questo articolo aveva dato per qualificate Polonia e Russia, incamerando un sonoro zero su due (un record neanche facile, oltretutto); in tutto ciò, dicevamo, Karagounis si è ripreso il palcoscenico, segnando una rete con gran caparbietà, sfruttando l’unico momento di disattenzione dei russi, e confezionando il pacco perfetto per i suoi, che lungo tutto il primo tempo avevano subito in lungo e in largo. Ringraziamenti speciali per la mira dei russi e le manone di Sifakis, che anche oggi ha sostituito il titolare Chalkias. La Russia, perdendo, non era più padrona del proprio destino: il gol di Jiráček ha risolto la mega-parità a quota 4, condannando Arshavin e compagni. Dzagoev ringrazia il suo capitano per avere sbagliato, sotto porta, a inizio partita.
Lo voleva, quel gol, Karagounis: per farsi perdonare il rigore sbagliato contro la Polonia, e per dare una speranza al proprio popolo, che domani andrà a votare più orgoglioso dei suoi rappresentanti in campo internazionale (diciamo quelli sul rettangolo verde con le linee bianche: tra i due Samaras, non ci pensiamo due volte: ad Antonis, leader del partito Nuova Democrazia, preferiamo Giorgios, che segna poco ma è un punto di riferimento imprescindibile per il suo attacco). Sembra probabile che stasera la Germania (priva di Merkel, ovviamente) si prenda il primo posto nel girone B: i quarti di finale vedrebbero sfidarsi greci e tedeschi: mai così opposti in Europa, e all’Europeo.