Forse risulterò essere una voce fuori dal coro ma io non considero la Russia come una “rivelazione” dell’Europeo in corso. Che i russi fossero capaci di giocare palla a terra e che disponessero di ottime qualità non si scopre certo ora: solo quattro anni fa, lo stesso gruppo, seppur privo di Kerzhakov, Dzagoev e Izmailov, si classificava terzo in Austria e Svizzera, esibendo una prova straordinaria con l’Olanda, uccidendo sul nascere le velleità dei campioni in carica della Grecia e mandando a casa Ibrahimovic e compagni.
Eterna squadra incompiuta, la Russia non è cambiata nel corso degli anni: giocatori dotati tecnicamente, discreta coesione di gruppo, una sicurezza in porta, difesa ballerina e concretezza pressochè nulla. Non devono ingannare i sette gol messi a segno tra Italia e Repubblica Ceca: per quanto creato la squadra di Advocaat avrebbe potuto siglarne molti di più.
Come detto poco è cambiato dal 2008, sebbene alcuni innesti, che individuo in tre giocatori chiave, hanno alzato il livello di tutta la compagine, e portano il nome di Alan Dzagoev, Aleksandr Kerzhakov e Roman Shirokov. Partiamo dall’ultimo; il centrocampista dello Zenit è cresciuto tantissimo negli ultimi anni, diventando un perno imprescindibile sia per Spalletti che per Advocaat. E pensare che fu proprio lui a ed essere contestatissimo in patria dopo la sconfitta al debutto con la Spagna quattro anni or sono: Roman, tra l’altro, è un personaggio che non le manda a dire e fu così costretto a vedersi le altre partite della competizione dalla panchina. Erano tempi dove comunque veniva spesso impiegato come centrale difensivo, ruolo che non risalta le sue innate dote offensive: palla in profondità e inserimenti tra le linee sono le sue caratteristiche, che lo rendono un centrocampista goleador.
Non bisogna dimenticare anche Aleksandr Kerzhakov, che proprio nell’estate 2008 viveva una seconda giovinezza, dopo essere tornato in patria a vestire la casacca della Dinamo Mosca. Il ritorno a San Pietroburgo ha poi permesso a Sasha di rigiocare la Champions e di formare al coppia di inizio millennio con Arshavin. Attaccante di importanza piramidale, perché anche quando non segna porta sempre a casa la pagnotta con un incredibile quantitativo di lavoro sporco.
C’è poi Alan Dzagoev, classe 1990, che in fino ad ora si è dimostrato ben più prolifico di quanto ci si aspettasse. Decisivo a Bratislava nelle qualificazioni, ha recuperato al meglio dopo un periodo, complice un infortunio, dove non manteneva le attese maturate nel 2009. Ora come ora questa manifestazione può essere davvero il reale trampolino di lancio per questo ragazzo, che comunque era già ben noto agli addetti ai lavori per le sue giocate in campionato, Europa League e Champions League.
L’ultimo pari con la Polonia ha fatto capire alla Sbornaya Rossii che il passaggio del turno è ancora in discussione: con la Grecia servirà un’ ottima prova, senza cali di tensione, passaggi a vuoto e errori sottoporta.