Home » Tutti davanti a Buffon!

Nulla conta più della partita di pomeriggio. L’Italia che scenderà in campo allo Stadion Miejski di Poznan, contro i temibili croati, dovrà pensare ad avvicinarsi il più possibile a sé stessa. Niente fronzoli, niente bel gioco: facciamo gli italiani e badiamo solo alla vittoria. Il ct ne è conscio, per questo ha deciso di non mutare di una virgola la formazione del debutto; Balotelli e Cassano saranno ancora lì a sorreggere il peso del nostro attacco, sperando in un colpo di magia.

Considerando la posta in palio, forse un Totò Di Natale sarebbe stato più adatto all’evento. Il capitano dell’Udinese garantisce gol e prestazione, mentre con Balotelli vai incontro ad una grossa incognita. Per chi deve vincere a tutti i costi, tenere in mano le redini del match diventa quasi un obbligo. Contro la Spagna abbiamo volentieri fatto a meno di questo ruolo, cedendolo agli avversari e giocando alla nostra maniera. Oggi sarà diverso: questo 3 – 5 – 2, in tal senso, non è confortevole come domenica scorsa.

E se per la foga di ottenere il risultato snaturassimo le nostre caratteristiche? Se così fosse, perché non lasciare allora che siano i croati a fare da architetti? I fenomeni, gli uomini senza storia, quelli che dopo aver visto il Barcellona pensano non ci sia un altro modo per giocare a pallone, avranno sicuramente da ridire. Difendersi e poi ripartire in contropiede contro gli slavi, gli stessi che una volta erano oggetto della follia razziale, sarebbe un disonore troppo grande. Non si accontenterebbero neanche della vittoria, al contrario la schiferebbero con una morale da quattro soldi, perché non sanno che i cervelli sono vari.

Ma io dico: e chi se ne frega? Cara Italia mia, per vincere si può sacrificare tutto. Se serve, lasciamo agli altri la gloria effimera e prendiamoci la storia. Se in difficoltà, barrichiamoci in dieci davanti al nostro Gigi Buffon e poi uccidiamo la partita quando nessuno se l’aspetta. Anche questa ideologia può trasformarsi in un godimento, soprattutto se corredata dal risultato. E noi, è inutile fare i signorotti di quartiere, ci divertiamo solo se vinciamo. Che lo diano gli altri lo spettacolo, noi cerchiamo di arrivare al 1 luglio e basta. Per cullare un sogno, per esportare nel continente un marchio di diversità notevole: il calcio italiano, un manuale di pratica per tutto il mondo.