Euro2012, il personaggio: il tifoso della Russia
Un personaggio al giorno, dentro o fuori dal campo di gioco, fino al 2 luglio: MondoPallone, durante tutti gli Europei, vi regalerà quotidianamente la biografia compressa di giocatori e non solo. Oggi è il turno del tifoso della Russia, per estensione.
Era da immaginarselo. I rapporti tra le due nazioni sono da sempre poco cordiali, ed era difficile non pensare che sarebbe finita così. Il sorteggio aveva sentenziato che le due compagini avrebbero dovuto condividere il girone, e quindi anche scontrarsi. In campo non neutro: difatti l’inno russo (ironia della sorte: è l’inno sovietico, ma con il testo cambiato) è stato fischiato dalla prima all’ultima nota. Malgrado l’affetto che mi lega alla Polonia, devo dire che certe cose non sono belle né sportive.
Peggio che peggio, e ancora ironia della sorte, oggi ricorreva la festa d’indipendenza della Russia (da chi, verrebbe anche da chiedersi), motivo in più (?) per venire alle mani; specie se vengono a scontrarsi tifosi estremisti di casa e tifosi ospiti decisi a farsi notare sfilando (all’estero). Il nostro Tommaso Maschio, tramite una sua fonte, ci dice che gli scontri erano cominciati già in mattinata, fuori dalla città, e che ulteriori scontri siano previsti nella nottata: quando leggerete queste righe, sapremo com’è andata. (A Tommaso risponde un Elia Modugno particolarmente in forma, in questi giorni, chiede se ci sia l’«intenzione di fare una rievocazione storica?», e non sappiamo dargli torto.)
Giusto per snocciolare due numeretti: mentre scrivo (al termine della partita, circa alle 23), si sono accumulati 56 arresti, almeno 10 feriti (7 polacchi, 2 russi, un tedesco di passaggio). Non si è lesinato nei pugni e nei calci, nei lacrimogeni e nei petardi. La polizia ha risposto con idranti e lacrimogeni: sembrava di stare in Italia nei dintorni di qualche derby.
Non sta bene generalizzare, perché si trattava sicuramente di persone diverse (ieri, a Varsavia, nello Stadion Narodowy w Warszawie c’erano 12mila russi); è anche vero che certe persone non hanno mancato di farsi vedere. In quel di Wrocław (Breslavia, se preferite), allo Stadion Miejski, due tifosi (lui di 27 anni, lei di 41: complimenti) si sono guadagnati il divieto di frequentare stadi in Polonia per due anni, cercando di entrare ubriachi nello stadio. E ancora, per non farsi mancare niente, dopo la vittoria con la Repubblica Ceca, i tifosi russi non si sono fatti mancare una scazzottata anche in Ucraina, a L’viv (Leopoli): geniale festeggiare apertamente in una città che è stata tra le più accese nella resistenza antisovietica.
Tre indizi fanno una prova, si potrebbe dire, e se anche non fossimo d’accordo, possiamo comunque ricordare che tre indizi fanno il nostro personaggio del giorno. Detto ciò, quindi, dispiace che a oscurare gli Dzagoev, i Błaszczykowski o i Pilař (uno che varrebbe la pena: due gol in due partite, 23 anni e una carriera tutta ancora da costruire, gioca in prestito nel Viktoria Plzeň) siano certi fatti. La grinta ci piace in campo, non fuori. E a noi piace parlare del campo.
Poscritto. Doverosa solidarietà al nostro Gianluca Grasso, che stoicamente si è sobbarcato una cronaca ad alto tasso di combinazioni alfabetiche contronatura per ogni italiano. Ripòsati, fratello!