“Dio ha detto che devo giocare”. “Strano… a me non ha detto niente”. Basterebbe solo quest simpatico aneddoto tra il nostro personaggio e il suo allenatore del tempo Marcello Lippi per capire che non ci troviamo di fronte ad una storia come altre; la carriera e la vita privata di Taribo West possono essere accostate ad una colorata, allegorica, strampalata sceneggiatura scritta dalla mano sapiente e imperscrutabile del destino. Una di quelle avventure composta pezzo per pezzo da episodi uno diverso dall’altro, a volte estremi, altre davvero bizzarri. Pochi calciatori come il difensore nigeriano sono rimasti scolpiti nella mente dei tifosi per il suo look così, diciamo anticonvenzionale, più unico che raro; le sue treccine colorate rimangono mito e leggenda del calcio.
Dopo un’infanzia passata tra povertà e akara, la tipica torta di fagioli che il nostro Taribo andava a vendere con la madre, West riesce a coltivare la sua passione più grande, quella del calcio. Tra una battuta di caccia all’antilope e una di pesca, attività attraverso la quale doveva sfamare la sua famiglia, il giovane Taribo muove i suoi primi passi da calciatore in alcune formazioni del suo Pease, come il Julius Berger, squadra dalla quale viene acquistato dall’Auxerre nel 1993. E’ la svolta per la carriera del giocatore africano: in quegli anni, infatti, la formazione transalpina è una delle migliori squadre di Francia, tanto che nei 4 anni in cui indossa la maglia biancoazzurra, West vince due Coppe di Francia e, soprattutto, un titolo nazionale. Oh, per la cronaca, l’Auxerre quest’anno è retrocesso in Ligue 2, l’equivalente della Serie B italiana. Le sue buone prestazioni gli valgono l’ingaggio della vita, quello con la nascente Inter di Gigi Simoni, di Ronaldo, di Simeone, di Zamorano.
Sbarcato a Milano, quel giocatore “stravagante, con quelle treccine tutte colorate, all’inizio desta qualche perplessità, ma supera la prova del campo, contribuendo alla buona stagione nerazzurra, macchiata dall’ormai leggendario scontro Ronaldo-Iuliano, episodio che contribuisce, e non poco, al trionfo bianconero a fine stagione. Nonostante la delusione per un tricolore perso, West e la sua Inter conquistano la Coppa Uefa, battendo in finale la Lazio. Dopo due stagioni in maglia nerazzurra, Taribo lascia la “Beneamata”, ma non Milano: cambia sponda del Naviglio e passa al Milan, con cui giocherà solo 4 partite, condite tra l’altro da un gol. Lasciata l’Italia nel 1999, inizia il suo lungo vagabondare per l’Europa; un percorso che lo porterà ad indossare le maglie di varie società, come quelle storiche del Derby County o del Kaiserslautern o altre meno convenzionali, come quella del Partizan Belgrado, con il quale vince anche un campionato serbo-montenegrino, o l’Al-Arabi, per tornare infine nel Julius Berger, la formazione nigeriana da dove era partito tutto.
Come spesso accade, accanto alla carriera calcistica in squadre si club, Taribo West ha giocato per molti anni anche con la maglia della sua Nazionale, la Nigeria. Con le “Super Aquile”, il difensore gioca 41 partite, partecipando anche al mondiale francese del 1998. Grandissima soddisfazione per lui e per un intero popolo la vittoria dell’oro olimpico ai giochi di Atlanta del 1996, mentre arriva secondo e terzo nelle edizioni del 2000 ed e del 2002 della Coppa d’Africa, disputatesi rispettivamente in Ghana e Nigeria e in Mali.
Personaggio dentro e fuori il campo, West ha fatto parlare di sé per le sue dote calcistiche, per il suo temperamento sanguigno, per le sue treccine colorate, alternate a semplici cornetti, anch’essi variopinti, per le sue imprese nella vita privata. Convertitosi ai tempi della sua militanza nell’Inter, farà della fede una delle sue battaglie principali. Autoproclamatosi pastore pentecostale, ha fondato nella periferia di Milano la chiesa “Shelter in the Storm”. Un altro aneddoto gustoso legato all’ortodossia della sua fede viene dal capitano interista Zanetti, il quale, invitato a cena a casa di Taribo, racconta che l’ex compagno si sedette a tavola solo dopo qualche ora di preghiera. Oltre alla religione, forte il su impegno nel sociale, come la scuola calcio per bambini fondata insieme a George Weah. Impegnato anche politicamente, West si è candidato ultimamente alle elezioni presidenziali nigeriane. Oltre a ciò, alcuni episodi estremi, come la denuncia per violenza della moglie o per l’essere stato multato qualche mese fa per più di mille euro per guida senza patente e assicurazione. Cacciatore, commerciante, calciatore, predicatore, politico, fuorilegge: questo è Taribo West, personaggio poliedrico, uno dei miti del calcio e non solo.