Home » Euro2012, il personaggio: Dimitris Salpingidis

Un personaggio al giorno, dentro o fuori dal campo di gioco, fino al 2 luglio: MondoPallone, durante tutti gli Europei, vi regalerà quotidianamente la biografia compressa di giocatori e non solo. Oggi partiamo con Dimitris Salpingidis, attaccante della Grecia.

Nativo di Salonicco, Dimitris Salpingidis (per i feticisti della grafia originale: Δημήτρης Σαλπιγγίδης) è un nanerottolo di un metro e settanta per settanta chili, normolineo e mai veramente esploso ai massimi livelli: cresciuto nel PAOK, la squadra della sua città, rientra alla base dopo tre stagioni in prestito (una parentesi a Larissa, poi il ritorno in zona per un prestito biennale nel Kavala, condito da 25 reti nella seconda divisione greca): la società è oberata dai debiti, vende e svende (Okkas e Georgiadis, poi campione europeo nel 2004, passano all’Olympiacos), e può solo puntare sui giovani. Con il PAOK, in sei anni, realizzerà 50 gol (in media, quasi uno ogni due partite) e diventerà capitano.

In nazionale dal 2005, nel 2006 è conteso dalle due grandi di Grecia: il PAOK ha ancora bisogno di soldi per rimpinguare le casse societarie. Salpingidis rifiuta pubblicamente l’Olympiacos e firma per il Panathinaikos (al PAOK vanno soldi e tre giocatori, tra cui l’ungherese Torghelle e Charalambidis, visto in Champions League con l’APOEL: è il terzo calciatore più caro nella storia del calcio greco fino a quel momento). Una media gol che si abbassa di poco, e anche qui diventa capitano (dal 2008): finché il contratto, due anni fa, scade e lascia Salpingidis libero di tornare, a parametro zero, al PAOK (firma fino al 2014).

Alzi la mano chi lo conosceva prima di ieri: se ne avevate sentito parlare, probabilmente era perché due anni fa ha segnato il primo gol della Grecia in un mondiale (contro la Nigeria). Ieri è stato anche fortunato in occasione del gol del pareggio, caparbio nell’uccellare l’intera difesa polacca lucrando in un attimo l’espulsione di Szczęsny e un rigore (poi parato da Tytoń: bravo e fortunato lui a buttarsi dal lato giusto, decisamente male Karagounis nel battere un rigore non sufficientemente angolato né potente): rimediato anche il problema dell’inferiorità numerica (espulso Papastathopoulos). È lui a far svoltare la partita, e non il CT Fernando Santos, che ha il merito di avere indovinato la sostituzione decisiva, però aveva sbagliato a preferirgli Ninis.