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ESCLUSIVA MP – Orsi: “Italia tra le favorite. Occhio all’Ucraina”

Abbiamo intercettato Fernando Orsi, storico ex portiere della Lazio e attualmente allenatore in cerca di panchina. Nel giorno iniziale degli Europei, non potevamo non chiedergli alcuni pronostici sulla massima rassegna continentale. Le sentenze del 52enne rappresentano un punto di rottura con le opinioni finora ricorrenti: Italia tra le favorite e Ucraina indicata come possibile sorpresa, favorita dal fattore ambientale.

Buonasera signor Orsi: oggi partono gli Europei, chi sono le favorite?

In primis la Spagna, molto consapevole dei propri mezzi e tecnicamente superiore a tutte le altre. Subito dietro metto la Germania e l’Italia: ho fiducia negli azzurri, saremo competitivi come sempre. Non scordiamoci poi l’Olanda, una squadra dal potenziale offensivo enorme.

Possibili sorprese?

Io scommetterei sull’Ucraina, che è già di per sé una buona nazionale e possiede il vantaggio di giocare in casa. Il fattore ambientale è importantissimo, incide tanto sul rendimento di un gruppo.

Questa rivoluzione tattica di Prandelli, a pochi giorni dal via, la trova d’accordo?

Non mi stupisco più di tanto: Prandelli è un tecnico molto elastico, uno che conosce il calcio alla perfezione. Il cambio di modulo non sarà un grosso problema perché la rosa è formata da calciatori altrettanto duttili. Dal punto di vista tattico, noi italiani sappiamo adattarci a qualsiasi situazione.

Può essere l’Europeo di Cassano e Balotelli?

Certo che può esserlo: parliamo di due campioni in grado di cambiare una partita con una semplice giocata. Finora, per un motivo o per l’altro, non hanno espresso tutto il loro potenziale. Ma averli in rosa è un vantaggio al quale non si può rinunciare.

L’Italia era candidata per l’organizzazione dell’evento: possibile che Polonia e Ucraina, con tutto il rispetto, ci stiano davanti?

La rassegna è molto sentita in questi due paesi, sono stati fatti enormi sforzi perché tutto vada al meglio. Io aspetterei la fine del torneo per esprimere un giudizio: dopo aver valutato Polonia e Ucraina dal punto di vista organizzativo, potremmo rammaricarci o meno.

Parliamo un po’ di lei: c’è una panchina in vista?

Questo è un periodo in cui si hanno numerosi contatti e bisogna valutare ogni cosa con il giusto equilibrio. E’ fondamentale non sbagliare le scelte estive, possono pregiudicare fortemente il cammino di una squadra o di un allenatore. Mi hanno cercato alcune società e ci sono stati anche degli incontri: aspetto le prossime settimane per definire il tutto.

I contatti li ha avuti con delle società di Lega Pro?

Non solo, ho ricevuto delle proposte anche dalla serie B. Non faccio i nomi delle squadre però.

La Lazio è il suo grande amore: come giudica la scelta di chiamare Petkovic?

Sinceramente non lo conosco benissimo, ha sempre allenato nei campionati europei minori. Di certo non sarà uno sprovveduto, la sua conferenza stampa lo dimostra. E poi mi fido della società biancoceleste: se lo hanno scelto, vuol dire che c’è stato un lavoro di valutazione completo sull’operato di Petkovic. 

Lei che conosce bene la tifoseria, è convinto che ci sarà pazienza nei confronti del nuovo allenatore?

Deve essere così: Petkovic proviene da una realtà completamente differente ed ha bisogno di tempo per adattarsi al calcio italiano e, in particolare, alla piazza di Roma. I frutti del suo lavoro si potranno vedere solo dopo qualche mese, non sarebbe giusto condizionarlo con pressioni eccessive.

Tra i portieri meno acclamati, chi sono gli interpreti migliori del ruolo?

La serie B appena conclusa è stata molto interessante sotto tale punto di vista. Mi sono piaciuti Perin, del Padova, e Leali del Brescia: si tratta di due giovani che hanno già la personalità e la bravura per imporsi a livelli importanti. Uno dei miei portieri preferiti, però, resta Viviano. E’ davvero forte. La scuola italiana si è ripresa alla grande in questo ruolo, è un bene per tutto il calcio.