“Rendere pulito il nostro calcio”. E’ questo il pensiero espresso da Marco Lanna sulla triste vicenda del calcioscommesse. L’ex difensore di Roma e Samp, oggi direttore sportivo, ci ha parlato anche della sua prima avventura dirigenziale a Piacenza, terminata nello scorso gennaio ma giudicata comunque in maniera positiva.Non poteva mancare poi un accenno ai prossimi playoff della sua Samp e al sempre più probabile ritorno di Zeman sulla panchina giallorossa.
Marco Lanna, il mercato dei direttori impazza: ha avuto delle richieste?
Ho avuto alcuni contatti nell’ultimo periodo, delle semplici chiacchierate che dovrò approfondire. Di definito non c’è ancora nulla.
Questi contatti provengono dalla Lega Pro?
Dalla Lega Pro ma anche dalla serie B. Dal torneo cadetto, però, mi sono giunte delle richieste come responsabile tecnico, un ruolo che ancora non ho ricoperto.
Se potesse scegliere, che tipo di esperienza farebbe?
Il ruolo di direttore sportivo è quello che mi intriga di più, si tratta di una carica in cui mi sono già cimentato e per la quale mi sento adatto. L’importante sarà comunque ricevere una proposta seria: se trovassi una società che crede in me, non avrei problemi a svolgere altre mansioni.
Cosa le ha lasciato l’avventura di Piacenza?
E’ stata un’esperienza costruttiva, ho imparato tanto. Mi ha insegnato anche a stare più attento a certi personaggi: ero partito con grande entusiasmo perché credevo in un progetto ambizioso, poi le cose sono andate diversamente. Ma fare calcio in condizioni economiche disastrose è un qualcosa che ti forgia sia a livello tecnico che a livello caratteriale.
Gli Europei si avvicinano, come vede la nostra Italia?
Io sono fiducioso nel lavoro di Prandelli. La rosa mi sembra un bel mix tra campioni esperti e giovani di prospettiva ma comunque già testati sulla scena internazionale. Il nostro ct è un uomo di campo, il fatto di allenare sporadicamente questi ragazzi può averlo penalizzato ma la sua impronta si nota ugualmente. Il blocco della Juve, poi, costituisce un bel vantaggio per i meccanismi della squadra.
Lei ha giocato in Spagna, perché il calcio iberico è attualmente superiore a quello italiano?
Anni fa hanno compiuto una scelta che si è rivelata vincente e adesso ne raccolgono i frutti. Hanno puntato sulla tecnica, privilegiandola all’aspetto fisico. In Italia siamo ancora un po’ prevenuti sulla questione, solo l’esempio del Barcellona ci ha fatto capire che bisogna percorrere delle strade diverse. Spero che la statura non costituisca più un handicap per i calciatori: diamo spazio alla tecnica, ne beneficerà lo spettacolo.
Il calcio di Zeman potrà riportare la Roma ai vertici?
Io ci credo ciecamente: i giallorossi hanno puntato su alcuni tra i migliori giovani del panorama, cercando di valorizzarli attraverso la filosofia di Luis Enrique. Zeman e lo spagnolo si somigliano, il boemo ha inoltre il vantaggio di conoscere alla perfezione il calcio italiano e la piazza di Roma. Per quelle che sono le idee dei dirigenti giallorossi, un allenatore come Zeman è l’ideale.
Come inquadra la sua Sampdoria nella bagarre dei playoff?
Secondo me è la squadra più temuta dalle concorrenti, per la storia e per la forza attuale. Tralasciando le ultime due partite, in cui comunque i verdetti erano già scritti, l’ossatura creata da Iachini si è rivelata solida e vincente. Nei playoff i singoli episodi sono spesso decisivi, più del gioco: la Samp possiede elementi in grado di cambiare una sfida in ogni secondo.
Cosa ci dice sulla vicenda scommesse?
Guardi, posso comprendere a fatica i calciatori di Lega Pro ma non quelli di serie A. I primi guadagnano pochi soldi, a volte non vengono pagati per stagioni intere; i secondi, al contrario, non avrebbero la benché minima necessità di alterare le partite. Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso e poi ripuliamo il calcio da tutto il marcio che c’è: quando le cose non vanno bisogna azzerare e ripartire.