Ma tu te lo ricordi…. Christian Karembeu?

Che poi certe volte viene da domandarti: ma come fa uno così, certamente non il prototipo della bellezza come la intendiamo noi occidentali, a stare insieme a una così, che mozza il fiato con la sua avvenenza statuaria? Tra la fine degli anni 90′ e l’inizio del nuovo secolo, in molti in Europa e nel mondo si sono interrogati almeno una volta nella loro vita sull’unione tra Christian Karembeu, calciatore, centrocampista di svariate squadre e della Nazionale francese, e la super modella slovacca Adriana Skleranikova. Tuttavia sarebbe riduttivo parlare del buon Christian solo per la sua relazione con una donna bellissima e mostruosamente avvenente: sì, perché il Karembeu giocatore è stato molto di più di un semplice accompagnatore, è stato uno che nella sua carriera ha vinto qualcosa di davvero importante.

Nato a Lifou, in Nuova Caledonia, non propriamente la patria del calcio, il giovane Karembeu si trasferisce presto in Francia, dove si impone all’attenzione del grande pubblico con la maglia gialloverde del Nantes, formazione che in quegli anni era al vertice del calcio transalpino. Oltre alle sue doti di calciatore, Christian diventa fin da subito uno dei giocatori più mediaticamente riconoscibili, con quei suoi lunghi rasta alla Bob Marley. Il buon periodo alla squadra francese e quel suo essere un po’ guascone lo impongono all’attenzione di molti club europei, ma è la Sampdoria del dopo Vialli-Mancini che lo acquista, portandolo in Italia nella stagione 1995-1996 insieme ad un giovanissimo Clarence Seedorf. A Genova, Karembeu gioca in due stagione un buon numero  di partite, 60, segnando anche 6 reti. Centrocampista eclettico e con il tempo degli inserimenti, Christian viene notato dal Real Madrid, che verso la fine degli anni 90′ sta progettando quel disegno di organico che porterà in breve le merengues ad allestire i così detti Galacticos.

Tre stagioni alla casa blanca, in cui treccine-Karembeu vince 2 Champions League, una supercoppa spagnola e una coppa intercontinentale, ma mai una Liga. Sono anni d’oro per il Real: i migliori calciatori del pianeta giocano a Madrid, da Figo a Zidane, da Raul a Ronaldo e Christian contribuisce ora da titolare ora entrando dalla panchina a costruire una grande compagine. Finito il suo ciclo in terra iberica, si trasferisce in Inghilterra, al Middlesbrough, ma al “Boro” rimane un solo anno, prima di andare in Grecia, all’Olympiakos, continuando la sua carriera da globetrotter. Con la squadra del Pireo, suo altro grande amore calcistico, rimarrà ben tre anni arricchendo i titoli della sua bacheca con due campionati greci e giocando un discreto numero di partite con i biancorossi ellenici. Karembeu decide di lasciare anche la sua avventura greca e si trasferisce in Svizzera dove, al Servette, dove però gioca poco, tanto che viene girato in prestito al Bastia, chiudendo così nel 2005 il cerchio della sua carriera, tornando a giocare in quella Francia da dove la sua lunga storia di calciatore era iniziata. Oltre a titoli di squadra, il buon Christian è stato eletto per ben due volte “Calciatore dell’anno in Oceania”.

Raccontando un po’ della vita di questo calciatore, uno simbolo del calcio della fine degli anni 90′, non possiamo tralasciare la sua lunga militanza con la maglietta della Nazionale transalpina. Nato in Nuova Caledonia, ma naturalizzato francese, Karembeu ha giocato ininterrottamente per 10 anni, dal 1992 al 2002, con i Blue, collezionando in totale 53 presenze ed una sola rete con la selezione francese. Grandissime soddisfazioni gli sono arrivate verso la fine della sua avventura con i galletti, quando tra il 1998 e il 2001 ha alzato nell’ordine una coppa del mondo, un campionato europeo ed una Confederations Cup. Insomma, mica male per uno che si è sempre sacrificato per la sua squadra, giocando spesso nell’ombra e lavorando molte volte da gregario, riprendendo una nota espressione di gergo ciclistico.

Al di là della sua carriera da calciatore, grande scalpore ha sempre suscitato il fatto che, nonostante le molte vittorie e le svariate presenze selezione transalpina, Karembeu non abbia mai cantato la Marsigliese, l’inno francese, prima dell’inizio delle partite. Questo perché il calciatore di origini oceaniche si è sempre ritenuto offeso e pieno di rancore per il torto subito da alcuni lontani zii, durante l’ esposizione coloniale di Parigi del 1931, quando i parenti del calciatore furono esposti come bestie durante l’esposizione in piazza. Oltre alle sue doti calcistiche, un altro punto decisamente indimenticabile del centrocampista campione del mondo è la, ormai ex, compagna Adriana Skleranikova, angelica modella slovacca, non forte come il marito nel calciare palloni ma decisamente molto più bella. Ora, senza pallone e senza l’ex moglie mozzafiato, Karembeu rappresenta il calcio oceanico durante i gran galà del calcio mondiale, partecipando attivamente alla crescita del mondo del pallone nella sua culla ancestrale.

Published by
Michele Pannozzo