Le sensazioni spesso si rivelano fonti di verità assoluta, Attilio Tesser è come lo vedi: un signore. Il tecnico del Novara, con piacere ed educazione, ha rilasciato una lunga intervista al nostro sito. Molti gli argomenti toccati, dal suo futuro a quello di Marco Rigoni, una scommessa vinta con tanta soddisfazione.Non è mancato un accenno all’Italia di Cesare Prandelli, allenatore che Tesser stima da tempo e per il quale pronostica un Europeo da protagonista.
Buonasera mister. Partiamo dal suo futuro: sarà ancora l’allenatore del Novara?
Dovrebbe essere così: ho parlato con la società e ci siamo trovati in sintonia su molti punti. Mancano ancora un paio di dettagli da sistemare e, nonostante l’imprevidibilità del calciomercato, potremmo presto giungere ad un accordo.
State già programmando la prossima stagione oppure attendete eventuali sviluppi dall’inchiesta sul calcioscommesse?
Stiamo facendo entrambe le cose. E’ un mercato difficile sia per noi che per le altre squadre, proprio a causa di questo clima di incertezza. Noi cerchiamo comunque di muoverci in modo da formare un gruppo valido per entrambe le categorie; per sistemare i ruoli chiave, invece, aspettiamo di conoscere il nostro destino.
In caso di serie B, sarà un Novara che punterà all’immediata promozione?
A tutte le società piacerebbe ambire al massimo, è chiaro. Sicuramente ci predisporremmo in modo tale da disputare un campionato importante, non faremo certo da comparsa. Però ci sono alcune incognite da valutare: stiamo chiudendo un ciclo, quello avviato tre anni fa in serie C, e quindi dovremo costruire una nuova ossatura. La cosa più importante sarà riuscire in ciò, a prescindere dalla categoria nella quale giocheremo.
Si parla di nuovi intrecci di mercato con il Palermo e, in particolare, del ritorno di Gonzales…
Tra Novara e Palermo esistono ottimi rapporti, la storia recente lo dimostra. Gonzales è un calciatore per cui nutro una stima particolare, uno che in città è apprezzato da tutti. Ma ancora è presto per delineare le future trattative.
Si dice anche che Ujkani ritornerà in Sicilia: è pronto per essere il titolare di una compagine così ambiziosa?
Certamente. Samir è cresciuto molto nelle ultime stagioni, ha perfezionato alcune caratteristiche e possiede ancora ampi margini di miglioramento. Ha dimostrato di poter fare benissimo anche in serie A, il mio unico rammarico è legato a quell’infortunio che lo ha tenuto fuori per metà campionato.
Come vedrebbe Marco Rigoni nel Milan?
Io lo vedrei bene nel Novara, però mi rendo conto che merita un altro anno di serie A. E’ migliorato tantissimo in questi tre anni, è stato uno dei perni della nostra scalata dalla serie C. Non so se può far parte del Milan ma vi assicuro che almeno in una compagine di media – alta classifica ci starebbe perfettamente. Perché è un grande calciatore.
L’esplosione del ragazzo è un orgoglio per lei che ha sempre creduto nelle sue qualità?
Orgoglio non è il termine più adatto, io parlerei di soddisfazione. L’esplosione di Marco me ne ha lasciata tanta: è stato un mio calciatore a Trieste e, appena ne ho avuto la possibilità, ho fatto di tutto per portarlo a Novara. Si vede chiaramente che può contare su una tecnica invidiabile, inoltre è cresciuto anche dal punto di vista realizzativo.
Perché è arrivato tardi nel calcio che conta?
Non saprei spiegarlo benissimo, si tratta di un qualcosa che capita a molti ragazzi. La maturità totale si acquisisce intorno ai trent’anni, Marco prima di Novara non era mai stato un calciatore così continuo. La sua ascesa premia comunque il nostro lavoro collettivo: lui non è la mia sola soddisfazione, penso anche a Morganella, Ujkani e Santiago Garcia. Hanno compiuto tutti dei passi da gigante.
Cambiamo argomento: la sua opinione sull’Italia di Prandelli?
Sono molto fiducioso in vista degli Europei, soprattutto perché conosco e stimo Cesare da un bel po’. Partiamo dietro solo a Spagna, Germania e Olanda: per il resto non siamo inferiori a nessuno e la nostra storia dimostra che spesso siamo stati in grado si ribaltare le gerarchie. Questa Italia ha un’idea di gioco precisa e collaudata, è un gran bel vantaggio.
Nell’Italia è evidente la mancanza di un giocatore di qualità acclarata nel reparto offensivo, il classico top player. Concorda?
Non vedo nelle altre nazionali elementi già arrivati ad un livello assoluto nelle loro prestazioni, neanche nella Spagna o nella Germania. Prandelli ha scelto di puntare su attaccanti dinamici e tecnici, convinto di centrare il risultato attraverso il gioco. E’ un’idea che condivido, anche perché se Balotelli, Cassano, Giovinco e Di Natale si esprimessero al meglio…
Per chiudere: quanto è gratificante lavorare in una città che la adora prima come uomo e poi come tecnico?
E’ un’esperienza bellissima, qualcosa che auguro di vivere ad ogni collega. Mi fa sentire davvero gratificato ma, allo stesso tempo, rende il mio compito più difficile. La paura di deludere queste persone, così carine nei miei confronti, è forte. Però è un prezzo che pago volentieri.