Nuovo divertente episodio della tragicomica saga, in scena in questi mesi in Brasile, tra Ronaldinho ed il Flamengo, suo attuale club. Dopo aver rinunciato al Carnevale di Rio ed essersi presentati ubriaco in allenamento la settimana scorsa, il dentone numero 10 ex Barcellona e Milan è stato coinvolto, questa volta indirettamente, in un anomalo sequestro lampo di… magliette. Sembra, infatti, che Roberto de Assis, fratello e storico procuratore del brasiliano, si sia presentato nel negozio ufficiale del club sudamericano dove ha prelevato 25 magliette della formazione rubonegra, più altri gadget, infilandoli in un borsone e avviandosi verso la cassa.
Fin qui niente di strano, fino al momento in cui il corpulento procuratore, inseparabile compagno di “abbuffate” dell’amministratore delegato rossonero Galliani nell’estate del 2008, anno del trasferimento del Gaucho in rossonero, alla richiesta di pagare la merce da parte del negoziante pare abbia risposto: “Il Flamengo non paga mio fratello e così non pago nemmeno io“. Un sequestro in piena regola, dunque, a cui ha fatto seguito, come riscatto, la richiesta del pagamento, da parte della società, degli arretrati corrispettivi al fratello calciatore, impegnato a far baldoria chissà in quale locale in quei momenti drammatici di trattative.
Alla fine dell’atto di forza e dopo una telefonata di un’ora e mezza col responsabile finanziario del Flamengo, Michel Levy, de Assis pare abbia avuto l’autorizzazione ad andarsene col bottino, messo sul conto del dirigente rubonegro, pagando solo due asciugamani con stampata la faccia del fratellino. Insomma, alla fine del rapimento, quello che c’ha rimesso più di tutti è stato proprio Levy, che si è trovato sul groppone 25 magliette da pagare, più il conto di una telefonata di un’ora e mezza!