ESCLUSIVA MP – Mangia: “Io al Siena? Solo voci”
Devis Mangia, allenatore 37enne ex Palermo. ha parlato a MondoPallone.it della sua esperienza sulla panchina siciliana e delle proprie convinzioni personali: nel calcio conta la qualità e le questioni anagrafiche lasciano il tempo che trovano.Questa la sintesi del Mangia pensiero. Il tecnico non si sbilancia sul futuro, dichiarando solo di non aver definito alcuna trattativa per ora.
Devis Mangia, ci sono novità sul suo futuro?
Al momento nessuna, sono libero e attendo proposte. Non ho ancora definito niente.
Si era parlato del Siena: indiscrezione vera o falsa?
Sono costretto a ripetermi: attualmente non c’è nessuna novità sul mio prossimo impiego. E’ chiaro che in questo periodo le voci si accavallano e, a volte, c’è il bisogno di inventare qualcosa.
Cosa le ha insegnato l’avventura palermitana?
E’ stata un’esperienza positiva, sotto tutti i punti di vista. Ho avuto l’occasione di crescere e misurarmi in un contesto super qualitativo. Non ho nessun rimpianto per quei tre mesi sulla panchina del Palermo.
Inoltre la sua media punti è risultata superiore a quella di Mutti…
Questo non devo dirlo io, le statistiche servono alle gente…
Come lo vede il suo amico Sannino su quella panchina?
Sannino è un ottimo allenatore oltre che una brava persona. Possiede quindi tutti i requisiti per lavorare in qualsiasi piazza: spero e credo che farà bene.
Ha il timore che il grande salto, avvenuto per lei troppo presto, potrebbe condizionare il proseguo della sua carriera?
Assolutamento no. Le spiego: io ho allenato in serie A, quindi è stato possibile valutarmi sotto ogni punto di vista. Non è certo un esonero a bruciare le carriere, esistono molte altre sfumature attraverso cui inquadrare un allenatore. Non dimentichiamoci lo spessore umano, un aspetto sempre importante.
Un suo giudizio su Stramaccioni? In fondo il vostro percorso è simile…
Non lo conosco come allenatore, posso certamente immaginare che abbia le qualità per sedere sulla panchina dell’Inter. Se Moratti lo ha scelto, non lo ha fatto perché è giovane o per seguire una moda. Nel calcio conta la bravura, l’età non rivela assolutamente nulla.
Se fosse un presidente, su quale giovane italiano investirebbe i suoi soldi?
Devo dire che ce ne sono molti bravi, fare un solo nome è difficile. Anche qui il discorso è lo stesso: se un calciatore è forte, bisogna puntare su di lui a prescindere dall’età. In questo momento c’è Destro sulla bocca di tutti, se lo merita perché ha dimostrato di essere un attaccante completo e dagli ampi margini di miglioramento.
Quale sarebbe la chiamata ideale per lei?
Io sono molto fatalista, non mi pongo il problema e penserò ai pro e ai contro di un eventuale incarico solo dopo che questo mi sarà offerto. Posso dire di non avere preclusioni: non mi interessano la categoria, la città e tutti gli altri dettagli. Credo molto nei rapporti personali, sono la base per svolgere bene il proprio lavoro e centrare gli obiettivi prefissati.