Home » Via al mercato. Ma il Calcio è un’altra cosa

Finito il campionato, concluse le coppe, resta come al solito quel senso di vuoto, nell’animo dei pallonari, difficile da spiegare. L’appuntamento domenicale con la passione, soprattutto quando va avanti da nove mesi (settimana più, settimana meno), diventa oramai un qualcosa di vitale, di stabile, di fondamentale all’interno del tuo vivere. Quando c’è il calcio giocato, gioisci, esulti, imprechi, insomma: vivi questo sport da dentro. Quando i gol vanno in vacanza, invece, lo vivi… di rimando.

“Beh, c’è il mercato”. No. No, per favore: basta con questa storia che il mercato è parte del calcio, basta col dire che “l’estate è bella perché ci sono le trattative”. E’ un luogo comune, oramai. Il calcio vero è quello giocato, stop. Il mercato è importante, certo, ma se fatto bene. Il mercato è importante, ma è un qualcosa di costruito, completamente, al giorno d’oggi. E’ diventato ciò che fa “parlare di” piuttosto che “vivere di”; certo, anche il fuorigioco non dato fa “parlare di”, ma quello, ecco, quello sì: quello è un parlare positivo. E’ calcio. E’ protesta, è agonismo, è sport.

Il mercato – il calciomercato – è tutta un’economia spicciola mascherata per imperiosa, è un giro di mera pecunia gestito – in base a conoscenze mercenarie – da persone che lucrando sugli investimenti hanno fatto prima le proprie fortune, poi – eventualmente – quelle dei calciatori e delle squadre. Un calciomercato positivo, se esistesse, sarebbe un calciomercato senza tutto ciò. Trattative come quelle che avvengono nel Football Americano per esempio (dove comunque i soldi girano a palate comunque, sia chiaro, quindi: nessun discorso ipocrita di politica dedita al risparmio) sarebbero decisamente più costruttive. Introdurre il “draft”, introdurre la possibilità di scegliere il talento più cristallino delle squadre giovanili (universitarie? Magari…) in base al piazzamento, garantirebbe un equilibrio, e soprattutto un rinnovo costante, nel tempo, dei protagonisti di questo che è uno sport stupendo. Un tetto ingaggi reale, generale, consentirebbe poi maggior competizione. Insomma, un cambiamento ci vorrebbe eccome. Altrimenti, iniziata l’estate si diventa, come ogni anno accade, malati di un “extracalcio” giocato a suoi di contratti, trattative, notizie surreali, esclusive e dichiarazioni fuorvianti. Martellanti. Riusciremo a evitare ciò, un giorno? Veramente, veramente difficile.

A ogni modo, quest’anno chi condivide il mio pensiero può dirsi fortunato: benvenuti Olimpiadi ed Euro2012. Sport vivo, sul campo. Che MondoPallone seguirà con passione e vigore, sperando di far capire a chi avrà orecchie pere intendere che le emozioni che si vivono quando circola adrenalina nelle vene non sono mai, veramente mai riproducibili. Men che meno con dei cartellini milionari da sparpagliare qua e là.