Con le partite della 38/a ed ultima giornata, domenica si chiuderà la Ligue 1, il massimo campionato di calcio francese, ultimo grande torneo continentale del 2012 ancora in corso. A meno di stravolgimenti biblici, il titolo volerà lontano dalla capitale Parigi, precisamente a Montpellier; un traguardo davvero storico, visto che dalle parti dello “Stade de la Mosson” il massimo che i blu arancio hanno potuto esibire sono state due coppe nazionali e una Intertoto. Roba da festeggiamenti inenarrabili, dunque, se tutto andrà come dovrebbe.
Perso al 99,9 periodico il titolo, il Paris Saint Germain pensa al futuro. Dall’anno prossimo i parigini giocheranno di nuovo in Champions League e questo è già un traguardo per una società che fino a qualche tempo fa annaspava nelle zone medio basse della classifica. A parte l’Europa, la Ligue 1 quasi persa quest’anno ha lasciato sì dell’amaro in bocca negli ambienti del “Parco dei Principi”, ma ha rappresentato una sorta di palestra dove esercitarsi a quello che sarà l’anno del riscatto, della consacrazione, dell’egemonia: il prossimo.
Sì, perché nei pensieri dell’ambiziosa dirigenza qatariota del club rossoblu la parola fallimento non esiste, non deve esistere. Il 2012/2013 dovrà gioco forza essere l’anno della rinascita nazionale e internazionale della storica formazione della capitale di Francia. Per far ciò, dunque, mani a portafogli e assegni, con euro, tanti, che inevitabilmente dovranno uscire dalle casse senza fondo del presidente Nasser Al-Khelaïfi, a rappresentanza della Qatar Investment Authority. La panchina è stata già coperta quest’anno: Carlo Ancelotti è tra il meglio che un club ambizioso possa desiderare.
Ora, però, dopo aver preso gente esperta e giovani di talento nella prima ondata di acquisti, quelli estivi dello scorso anno, il Paris Saint Germain vuole passare senza mezze misure alla fase B del piano “Prendiamoci la Francia e l’Europa”, almeno stando a quanto scrive l’Equipe, che non è certo l’ultimo arrivato. Secondo il quotidiano sportivo, gli obiettivi per rafforzare la squadra sarebbero almeno 5 e risponderebbero ai nomi di Dani Alves, Giovinco, Higuain, Kakà e Lavezzi, tutti in ordine rigorosamente alfabetico. Balle mediatiche o verità che sia, tanta roba per far sognare i propri tifosi e mettere in preallarme altri club.
Se fosse tutto così, se il PSG riuscisse ad accaparrarsi tutti questi fuoriclasse sarebbe l’inizio di un qualcosa di importante, anche se la storia, anche recente, ha dimostrato che non basta fare una collezione di figurine per vincere. Comunque, viste le immense possibilità economiche della sua dirigenza araba, il sodalizio rossoblu rappresenterebbe una nuova luce nel già importante panorama delle squadre a livello continentale gestite da sceicchi, petrolieri, paperoni, miliardari che mandano in soffitta il concetto di Fair Play finanziario, promosso dal presidente UEFA Michel Platini, prima ancora di vederne la nascita.
Certo, il mercato, quello vero e non delle ipotesi e dei sogni deve ancora iniziare e si sa che lì speculazioni, ingaggi e contratti sono tutt’altra cosa rispetto a quanto predetto, vociferato, messo in giro. Eppure, con una rosa già oggi più che competitiva e con possibilità economiche, lo ribadiamo ancora una volta, più che ingenti, il Paris Saint Germain potrà dire certamente la sua, in un panorama, quello calcistico europeo, che mai come in questi ultimi anni ha bisogno di nuova linfa, di “nuovi vincenti”, vedi il Manchester City o l’Athletic Bilbao, per un fisiologico ricambio a quei club che hanno fatto la storia recente del calcio continentale. In fondo anche la fine e la nascita di nuovi cicli fanno parte dell’emozione del calcio.