Abbiamo scambiato due chiacchiere con Simone Aresti, portiere del Savona. Questo simpatico 26enne detiene un record particolare: nel corso della stagione appena conclusa ha realizzato ben due reti. Non male per uno che di mestiere i gol dovrebbe evitarli.
Ma l’incredibile dato non è tutto, perché Simone ha fatto il suo anche tra i pali. Un rendimento continuo ed una costante sicurezza offerta al reparto difensivo hanno convinto il Savona a puntare su di lui per il futuro. Tra poco arriveranno le firme sul nuovo contratto: fino al 2015 la porta ligure sarà in buone mani. Il goleador inaspettato, che all’attivo vanta una presenza in serie A con il Cagliari, si racconta attraverso le pagine di Mondopallone.
Simone, partiamo dall’ultima notizia. Hai rinnovato fino al 2015?
Non è ancora ufficiale, le firme arriveranno tra qualche giorno. L’accordo è stato comunque raggiunto.
Hai trovato la tua dimensione a Savona?
Assolutamente sì. Qui sto benissimo, con la città ho instaurato un feeling eccezionale e con la nuova società c’è stata subito sintonia. Poi ho la fortuna di far parte di uno spogliatoio molto unito, guidato da un grande allenatore.
La società, nel proporti il rinnovo, ti ha illustrato i progetti futuri?
Il Savona ha raggiunto finalmente una forte stabilità societaria, c’è tanta ambizione per il futuro. Esiste la possibilità di essere ripescati in Prima Divisione: in tal caso disputeremmo il campionato per salvarci, mentre se resteremo in Seconda punteremo a vincere.
Fino a qualche mese fa, però, non era tutto rose e fiori…
Fino a dicembre la situazione è stata davvero drammatica: non abbiamo ricevuto alcuno stipendio, siamo stati costretti persino a disdire i contratti di affitto. Potevamo mollare, invece abbiamo scommesso su questa realtà e adesso i fatti ci stanno dando ragione.
Senza tali problematiche, il Savona avrebbe potuto disputare una stagione da vertice?
Credo proprio di sì, perché nonostante i guai siamo riusciti a praticare un bel calcio e a salvarci con relativa tranquillità. Senza quei sette punti di penalizzazione…
Si parla benissimo del vostro allenatore, Ninni Corda. Ce lo puoi descrivere?
E’ un mister fantastico, superbo nel motivare la squadra. In questa stagione ha compiuto un autentico miracolo, ci ha spinti a non mollare e ci ha tenuto su’ nei momenti più difficili. Farà una carriera importantissima.
Tu poi lo conoscevi dai tempi di Cagliari…
Mi ha allenato quando avevo 14 anni e poi due anni fa ad Alghero, sempre in Seconda Divisione. Anche quella è stata una bella annata, abbiamo sfiorato i playoff pur essendo partiti con altri obiettivi.
Veniamo al dato più suggestivo: come hai fatto a realizzare due gol?
(ride n.d.r.) Me lo chiedono tutti, neanche io riesco a darmi una spiegazione. Quando vai a saltare in area ci speri, però non pensi mai che capiti proprio a te. Mi sono tolto una bella soddisfazione.
Cosa prova un portiere in quel momento?
Mi sono sentito davvero strano, non capivo cosa stesse accadendo. Adesso spero di realizzarne altri, tanto oramai ci ho preso gusto (sorride ancora n.d.r.).
Nel tuo curriculum c’è anche una presenza in serie A con il Cagliari…
Nel 2007, quando il campionato giungeva al termine. Un’emozione che conservo gelosamente.
Le altre squadre della tua carriera sono Alghero e Pistoiese: della prima esperienza ce ne hai già parlato, raccontaci della seconda
Pistoia fu la tappa più dura per me. Si trattava della prima esperienza lontano da casa, all’inizio andai in confusione e conclusi il campionato senza aver giocato moltissimo. Quell’anno mi aiutò comunque a crescere, fu utile a suo modo.
Speravi che il Cagliari ti trattenesse?
Dopo la stagione ad Alghero mi riscattarono; due anni fa, invece fui io a chiedere la rescissione del contratto. Volevo essere libero di scegliere il mio futuro, restando a Cagliari le opportunità di mettersi in mostra sarebbero state davvero poche.
Il tuo portiere modello?
Agazzi, un interprete bravissimo del ruolo. E’ molto forte atleticamente ed infonde sicurezza a tutta la squadra.