Home » Verso Euro 2012: l’Irlanda

Continua il nostro percorso verso gli Europei del 2012. Lunedì, mercoledì e venerdì, Mondopallone.it vi offre la possibilità di conoscere a fondo le nazionali che parteciperanno alla rassegna continentale in Polonia e Ucraina. Analisi approfondita, pregi e difetti tecnici e tattici insomma, tutto ciò che c’è da sapere sulle 16 squadre qualificate alla fase finale. Quattro gironi, con la presentazione dell’Irlanda oggi debutta il gruppo C, quello degli azzurri. Ultimo appuntamento il 28 maggio con la Francia. Buon viaggio e buon divertimento…

IRLANDA

L’Irlanda torna protagonista di una fase finale degli Europei dopo ben 24 anni di assenza. L’unica partecipazione dei boys in green, infatti, è datata 1988 nell’edizione disputata in Germania. Sotto la guida di un emblema del calcio britannico come Charlton disputarono una pregevole competizione, superando di misura i rivali inglesi e fermando sul pareggio l’Urss; il gol subito da Kieft, ex giocatore del Pisa e del Torino, nel match con l’Olanda li estromise dalle semifinali.

Con Charlton gli irlandesi vissero il loro periodo migliore, un decennio di trasformazione per un movimento calcistico che fino alla prima metà degli anni ottanta viveva all’ombra delle nobili d’Oltremanica: Scozia e Inghilterra. L’apice fu raggiunto a Italia 90 dove si raggiunse lo storico traguardo della prima partecipazione a un mondiale; inglesi e olandesi nuovamente avversari nel girone più equilibrato della competizione e dal quale gli irlandesi uscirono a sorpresa imbattuti, finendo addirittura davanti agli Orange nella classifica finale. Successivamente una vittoria ai rigori negli ottavi sulla Romania, poi le notti magiche, come cantava la coppia Nannini-Bennato, terminarono a Roma contro i padroni di casa.

Quattro anni dopo ritrovarono gli azzurri nel match d’esordio a Usa 94 vendicandosi con una parabola velenosa di Hougton che sorprese Pagliuca e gelò l’Italia calcistica. Anche in questa edizione l’Irlanda ottenne il pass per gli ottavi, ma i gol dei due interisti Bergkamp e Jonk furono fatali enlla gara contro l’Olanda. Terminata la favolosa era Charlton, nel 2002 si qualificarono al mondiale nippo-coreano dove chiusero imbattuti con tre pareggi e una vittoria e l’eliminazione agli ottavi ai calci di rigore con la Spagna. Nel 2010, invece, una mano galeotta del francese Henry segnò l’eliminazione ai playoff e una feroce polemica che si spense solo qualche settimana più tardi.

LA DIFESA (Voto: 6,5)

Sotto la gestione del Trap la difesa assume un ruolo determinante nello schema tattico degli irlandesi. Tra i pali c’è Shay Given (Aston Villa, 20.04.1976) per questa squadra è una vera bandiera che detiene il record di giocatore con il maggior numero di presenze in nazionale. Vanta molta stima da parte di Trapattoni che lo ha paragonato al nostro Buffon; doti riconosciute dalla stessa Premier League dove Given milita difendendo i pali dell’Aston Villa. Gli altri due portieri saranno Keiren Westwood (Sunderland, 23.10.1984) e David Forde (Milwall, 20.12.1979). Schieramento rigorosamente a quattro con terzini l’ex Manchester United John O’Shea (Sunderland, 30.04.1981) e Stephen Ward (Wolverhampton, 20.08.1985) e la coppia centrale formata da Richard Dunne (Aston Villa, 21.09.1979) e Sean St Ledger (Leicester City, 28.12.1984). Una valida alternativa potrebbero essere rappresentata da Stephen Kelly (Fulham, 06.09.1983).

Completano il reparto: Darren O’Dea (Celtic, 04.02.1987) e Kevin Foley (Wolwerhampton, 01.11.1984).

IL CENTROCAMPO (Voto: 6)

A centrocampo non ci sarà Lawrence sulla destra; al suo posto la McGeady Spin di Aiden McGeady (Spartak Mosca, 04.04.1986), il calciatore irlandese dotato di maggior fantasia. Sulla sinistra la garanzia di Damien Duff (Fulham, 02.03.1979), un passato nel Chelsea e una spinta offensiva di notevole rilevanza che all’occorrenza può anche occuparsi della corsia opposta. Nessun dubbio la centro per Trapattoni che concede ampia fiducia a un mediano grintoso come Glenn Whelan (Stoke City, 13.01.1984), adatto per il suo gioco; sarà affiancato dall’irlandese del nord Darron Gibson (Everton, 25.10.1987), di scuola Red Devils e ora in forza all’Everton.

Completano il reparto: Keith Andrews (W.B.A. 13.09.1980), Stephen Hunt (Wolwerhampton, 01.08.1981), Keith Fahey (Birmingham City, 15.01.1983) e James McClean (Sunderland, 22.04.1989).

L’ATTACCO (Voto: 6)

Nota dolente. Degno di nota è senza dubbio Robbie Keane (Los Angeles Galaxy, 08.07.1980), il capitano, emigrato oltreoceano in cerca di fortuna, un pezzo di storia della tradizione dei boys in green. Problemi sul compagno di reparto con un ballottaggio a tre che non convince del tutto. Kevin Doyle (Wolverhampton, 18.09.1983) è in vantaggio sugli altri, ma dovrà difendere il posto da titolare dagli attacchi di Shane Long (W.B.A., 22.01.1987) e Jonathan Walters (Stoke City, 20.09.1983).

Completano il reparto: Simon Cox (W.B.A., 28.04.1987).

LA STELLA

Robbie Keane

114 presenze e 53 gol in nazionale per l’ultimo baluardo della Golden Generation irlandese che negli anni novanta fece faville. E’ un jolly per il Trap. Ha giocato come trequartista in passato, per poi adattarsi con gli anni a una posizione da attaccante puro. Segna e sa segnare; una pedina importante che ha il compito di trascinare al gol la sua nazionale e fare da chiocchia a chi dovrà raccogliere la sua eredità in futuro.

IL COMMISSARIO TECNICO

Giovanni TRAPATTONI (17.03.1939)

Se si vuole raccontare il calcio di questi ultimi anni non ci si può dimenticare di Giovanni Trapattoni. La sua personalità, le sue vittorie, il suo carattere esplosivo ma anche le prese in giro firmate dalla Gialappa’s lo hanno reso famoso non solo in Italia ma anche nel mondo. Dopo gli scudetti con Juve e Inter e la breve parentesi in Baviera, il suo esonero a Cagliari sembrava l’inizio di una parabola discendente per l’uomo di Cusano Milanino. Invece ha saputo rilanciarsi soprattutto all’estero dove ha raccolto numerosi successi in Germania, Austria e Portogallo. Nel mezzo l’avventura con la nazionale azzurra segnata da due grosse ingiustizie sportive: il 2-2 subito da Svezia e Danimarca negli europei di Portogallo del 2004 e soprattutto Byron Moreno che lo fece andare su tutte le furie nella sfida iridata con la Corea del Sud nel 2002. E’ sulla panchina irlandese dal 2008 insieme a Marco Tardelli. Passata la rabbia per quanto avvenuto a Parigi con la Francia nel 2010, nelle qualificazioni europee ha chiuso dietro la Russia, rifacendosi ai playoff dove ebbe la meglio sull’Estonia.

FORMAZIONE TIPO (4-4-2)

Given; Ward, Dunne, St Ledger, O’Shea; McGeady, Gibson, Whelan, Duff; Keane, Doyle.

VOTO GLOBALE SQUADRA: 6,5

In in girone dal sapore latino con Italia e Spagna, l’Irlanda non è sicuramente tra lefavorite per il passaggio del turno. Si può contare sulla vasta esperienza dei singoli, abituati a giocare in un campionato d’alto livello come la Premier League. Atteggiamento attento, non troppo spregiudicato e difficile da scardinare come da sempre predica Trapattoni che non ama definirsi difensivita, ma piuttosto prudente. Aspetti che mettono in allarme Prandelli e Del Bosque.