A sei anni di distanza
E’ passato più di un lustro da quella burrascosa primavera del 2006 che sconvolse il calcio italiano. Eravamo convinti che “Calciopoli” potesse fare piazza pulita una volta per tutte del marcio presente nel calcio nostrano. La vittoria mondiale della nazionale di Lippi sembrava un segno, una profonda spinta di ottimismo per rialzare la testa e riportare la Serie A ai vertici dei magnifici anni novanta, periodo in cui potevamo vantarci di avere il campionato più bello del mondo.
A sei anni di distanza ci accorgiamo di esserci solamente illusi. Quello scandalo resta una ferita aperta che riecheggia ancora forte tra veleni e polemiche, tra stelle che appaiono o scompaiono a seconda dei punti di vista. Le nuove vicende legate alle scommesse hanno rivelato un lato nascosto, oscuro e maligno di quel sistema che ogni domenica ci tiene incollati alla tv o alla radiolina. Abbiamo nuovamente perso certezze e acquistato dubbi; scopriamo improvvisamente che ciò che abbiamo visto in campo era pura finzione decisa a tavolino. Giocatori, tecnici, dirigenti, persino ultrà, nessuno si salva in questo calderone. Il richiamo dei soldi facili ha preso il sopravvento sul concetto di fedeltà alla maglia e lealtà sportiva.
Si preannuncia un estate bollente, un’appendice della stagione tra ricorsi e controricorsi e una pioggia di penalizzazioni in arrivo. Stavolta lo scudetto non è in pericolo e la Juventus di Conte può festeggiare con merito al termine di una stagione da record. Si trema più in basso con almeno sei squadre a rischio. Chi ne esce in malo modo sono il campionato cadetto e la Lega Pro, già martoriati dai notevoli problemi economici delle singole società. Un terremoto che potrebbe portare alla riduzione degli organici in un calcio professionistico dove sopravvivere e arrivare a maggio con i conti in regola è una missione quasi impossibile.
Dal celebre “Processo del lunedì” di Biscardi in cui si parlava di rigori non dati e movimenti di mercato, siamo passati a veri processi dove si tratta di autoreti volontarie e over concordati. Un capitolo di cronaca del quale avremmo voluto sinceramente farne a meno in questo periodo. Per noi tifosi non ci resta che attendere le sentenze e sperare che questa discesa verso il basso possa fermarsi e dare il via a una fase di pronta risalita.