Fabio Capello è tornato prepotentemente in pista. Dopo aver rotto con la federazione inglese, smentendo ancora una volta sé stesso, l’allenatore di Pieris si dichiara voglioso di guidare un club.“L’Inghilterra rappresenta la mia ultima esperienza da tecnico. Poi mi cimenterò in altri ruoli”, questa la frase ribadita con frequenza nei tre anni e mezzo in Oltremanica. Ma il richiamo del campo, a quanto pare, è troppo forte per il pluridecorato don Fabio: logico che i corteggiatori non gli manchino.
Si era proposto al suo grande amico Franco Baldini, una volta appresa la notizia del probabile addio di Luis Enrique, ricevendo in cambio un garbato rifiuto. La fuga juventina è ancora stampata nella memoria della piazza giallorossa, inoltre il profilo di Capello non corrisponde all’identikit di allenatore tracciato dal dirigente toscano. Non sarebbe propriamente la persona ideale per lavorare con molti giovani senza eccessivi obblighi di successo.
La soluzione, quindi, potrebbe venire da Londra: il Chelsea di Roman Abramovich. Capello è rimasto stregato dalla qualità del Premier League, un campionato che lo attira e lo incuriosisce sin dal primo impatto. Non ha abbandonato la casa di Londra, nella quale sta continuando a vivere anche in questo periodo di inattività, perché la City è una città che gli si addice molto. Il petroliere russo sembra intenzionato a sostituire Roberto Di Matteo a prescindere dalla conquista della Champions e il nostro Fabio sarebbe in pole position per rimpiazzarlo. A lanciare l’indiscrezione è Sportitalia.
La voce sta trovando numerosi consensi, la candidatura combacia con la ritrovata ambizione di Roman Abramovich. Quest’ultimo appare intenzionato ad investire pesantemente nella prossima finestra di mercato, la quale si avvicinerà alle faraoniche campagne acquisti del 2004 e 2005. Delle spesi enormi giustificherebbero l’ingaggio di un allenatore dal curriculum importante, uno abituato a pretendere e poi a vincere. E’ la situazione perfetta per il ritorno sulla scena di Fabio Capello: il made in Italy, del resto, è ormai una certezza.