Quattro anni dopo il rifiuto di incontrare nei quarti l’U.R.S.S. per motivi politici, la Spagna organizzò e vinse la seconda edizione dell’Europeo battendo in finale…i sovietici.
QUALIFICAZIONI
Il calcio europeo comincia pian piano ad accorgersi dell’importanza della vetrina, nonostante l’Euro 1960 fosse stato un mezzo fallimento di pubblico. Il numero delle partecipanti passa da 17 a 29 nazionali. Finalmente, anche l’Inghilterra decide di mettersi in gioco ma la Francia le rovina i piani. I “galletti” servono ai “maestri” un complessivo 6-3, rendendo da incubo i primi due incontri ufficiali della gestione Ramsey. La Germania Ovest si tira indietro e non partecipa. Il turno preliminare è una sagra del gol, che vede il passaggio di ottime compagini quali Jugoslavia, Ungheria e Italia. La Cecoslovacchia semifinalista del ’60 sbatte sull’ostacolo Germania Est. Il turno successivo porta alcune sorprese: su tutte il derby del Benelux che vede il piccolo Lussemburgo eliminare l’Olanda, non ancora squadra di alto livello. A casa anche la Jugoslavia e l’Italia. Nei quarti, che portano alla fase finale, vanno avanti comodamente Spagna (sull’Irlanda), Francia (Ungheria), U.R.S.S. (Svezia). L’unico scontro equilibrato è tra Lussemburgo e Danimarca, dove dopo il 5-5 complessivo gli scandinavi vincono 1-0 il replay e vanno avanti.
FASE FINALE
Paese ospitante: SPAGNA
Periodo: 17-21 giugno 1964
Città e stadi: MADRID (Santiago Bernabéu), BARCELLONA (Camp Nou)
Squadre qualificate: DANIMARCA, SPAGNA, UNGHERIA, U.R.S.S.
SEMIFINALI
Spagna-Ungheria 2-1 (d.t.s.) (Pereda [S], Bene [U], Amaro [S])/ Danimarca-U.R.S.S. 0-3 (Voronin, Ponedelnik, Ivanov)
FINALE TERZO POSTO
Ungheria-Danimarca 3-1 (d.t.s.) (Bene [U], Bertelsen [D], Novák [U] rig., Novák [U] )
FINALE
Di fronte ad un Santiago Bernabéu stracolmo e sotto gli occhi del dittatore Francisco Franco, la Spagna conquista il primo trofeo della sua storia battendo i campioni uscenti dell’Unione Sovietica con il minimo scarto. A decidere il match, un colpo di testa di Marcelino a sei minuti dal termine su cross dalla destra di Pereda. Il grande Lev Yashin, ancora in grande spolvero nonostante i 34 anni, potè solo guardare.
Madrid (Santiago Bernabéu), 21 giugno 1964
SPAGNA-U.R.S.S. 2-1
Spagna: Iribar, Rivilla, Calleja, Zoco, Olivella, Fusté, Amaro, Pereda, Martinez, Suarez, Lapetra. C.T. Villalonga.
U.R.S.S.: Yashin, Shustikov, Shesternyov, Mudrik, Voronin, Anichkin, Chislenko, Ivanov, Ponedelnik, Korneyev, Khusainov. C.T. Beskov.
Arbitro: Holland (Inghilterra).
Reti: Pereda (S) 6, Khusainov (U) 8, Marcelino (S) 84.
IL CAMMINO DELLA NAZIONALE ITALIANA
Turno preliminare
Italia-Turchia 6-0 (Orlando 4, Rivera 2) / Turchia-Italia 0-1 (Sormani)
Primo turno
U.R.S.S.-Italia 2-0 (Ponedelnik, Chislenko) / Italia-U.R.S.S. 1-1 (Gusarov [U], Rivera [I])
I CAMPIONI
Portieri: José Ángel IRIBAR (1943, Athletic Bilbao), Salvador SADURNÍ (1941, Barcelona)
Difensori: Isacio CALLEJA (1936, Atlético Madrid), Francisco Fernandez Rodriguez “GALLEGO” (1944, Sevilla), Ferran OLIVELLA (1936, Barcelona), Severino REIJA (1938, Zaragoza), Feliciano RIVILLA (1936, Atlético Madrid)
Centrocampisti: Luis DEL SOL (1935, Juventus – ITA), Josep Maria FUSTÉ (1942, Barcelona), Francisco Garcia Gomez “PAQUITO” (1938, Valencia), Jesús María PEREDA (1938, Barcelona), Luis SUÁREZ (1935, Inter – ITA), Juan Manuel VILLA (1938, Zaragoza), Ignacio ZOCO (1939, Real Madrid)
Attaccanti: Amancio AMARO (1939, Real Madrid), Carlos LAPETRA (1938, Zaragoza), MARCELINO Martínez (1940, Zaragoza), Pedro ZABALLA (1938, Barcelona)
LA STELLA
Playmaker di intelligenza calcistica superiore, famoso per i suoi lanci millimetrici e la tecnica sopraffina, iniziò nel Deportivo La Coruña per poi affermarsi nel Barcellona. Primo calciatore spagnolo in grado di vincere il Pallone d’Oro (1960), diventò l’architetto della grande Inter di Moratti ed Herrera che negli anni ’60 conquistò l’Italia ed il mondo. Con la Nazionale spagnola disputò due Mondiali (1962 e 1966) ed il vittorioso Europeo del ’64. Lasciata l’attività, ha allenato con modesti risultati in Italia prima di rimpatriare al Deportivo ed entrare nei quadri federali. Selezionatore dell’Under 21 e poi della nazionale maggiore spagnola, sedette in panchina al Mondiale italiano. Osservatore per l’Inter, è diventato apprezzato commentatore televisivo.
IL COMMISSARIO TECNICO
Tecnico che ha fatto la storia del calcio spagnolo, vincendo la prima edizione della Coppa dei Campioni con il Real Madrid nel 1956 all’età di 36 anni e 184 giorni, tuttora il più giovane allenatore capace di conquistare il trofeo. Con le “merengues” ha collezionato cinque titoli in due stagioni. Dopo un triennio all’Atlético Madrid, la chiamata dalla nazionale spagnola nel 1962. Il trionfo casalingo nell’Europeo ’64 è stato il suo ultimo successo. Due anni dopo, l’opaco Mondiale inglese ha rappresentato il suo canto del cigno dopo 22 gare alla guida delle “Furie Rosse”.
UEFA Team of the tournament
Yashin (U.R.S.S.), Rivilla (Spagna), Novák (Ungheria), Zoco (Spagna), Olivella (Spagna), Amaro (Spagna), Bene (Ungheria), Ivanov (U.R.S.S.), Pereda (Spagna), Suárez (Spagna), Albert (Ungheria).
Capocannoniere
2 reti: Pereda (Spagna), Bene e Novák (Ungheria)