Tutti i nomi del dopo Pep
Non è ancora ufficiale, la conferenza di domani potrebbe addirittura riservarci delle sorprese. Nelle ultime ore, però, non si parla d’altro: tutti i media concordano nel ritenere conclusa l’avventura di Pep Guardiola sulla panchina del Barça.Aspettando l’annuncio del diretto interessato, in Spagna si dibatte sulle motivazioni che avrebbero indotto l’ex centrocampista ad assumere una decisione così importante. Si parte dalla sua voglia, mai nascosta, di provare un’esperienza all’estero, per misurarsi con un calcio diverso e comprendere il suo reale valore da tecnico; Guardiola, inoltre, ha sempre sostenuto di non credere nei rapporti troppo lunghi, spesso causa di un’assuefazione controproducente.
I più maliziosi ipotizzano una forte delusione dopo i risultati di quest’anno, figli secondo loro di un rapporto ormai incrinato con i senatori del gruppo. Nello schieramento opposto figurano quelli che meglio conoscono l’uomo Pep: ostinato, ambizioso, pignolo e, soprattutto, vincente. Tale corrente di pensiero fa leva sul fatto che non intenda abbandonare il suo Barça dopo un’annata di insuccessi. In ogni caso i giochi, almeno al momento, sembrano scritti. Il toto allenatore è già partito, con due nomi nettamente più gettonati degli altri. Il primo è Marcelo Bielsa, indicato da Guardiola stesso come “il migliore del pianeta”; il secondo è Luis Enrique, designato come futuro successore dell’ex compagno di squadra già anni or sono e mai come adesso lontano dalla Roma. L’intruso sarebbe Laurent Blanc, un pallino del presidente Rosell e anche lui ai ferri corti con la federazione francese.
“El Loco” appare il favorito: pratica un calcio frizzante e spettacolare, si adatterebbe con gioia alla filosofia blaugrana. Sfiderà proprio il Barcellona nella finale di Coppa del Re con il suo Athletic Bilbao, avviato verso il successo anche in Europa League e autore di una stagione da incorniciare. La controindicazione deriva dallo strano carattere dell’argentino (il soprannome dice tutto), un tecnico che ama sentirsi al centro del club, che vuole creare a suo piacimento. Riuscirebbe a mettere il timbro in una formazione che ha vinto tutto e non è facilmente migliorabile? Interrogativi, viceversa, inutili sul versante Luis Enrique: il calcio di Guardiola è il suo calcio, gli sarebbe piaciuto praticarlo a Roma ma non è stato possibile. Conosce l’ambiente come le sue tasche, i tifosi lo adorano perché ricordano un giocatore mai domo in campo, una bandiera aggressiva e orgogliosa. L’anno italiano lo ha forgiato nel carattere e nell’interpretazione del mestiere, ma se fosse per lui ritornerebbe sulle Ramblas già domani. E Baldini che lo ha tanto incensato? Sicuramente non si opporrebbe al suo desiderio, anche perché la piazza comincia a brontolare.
Più defilato, e con pochissime chanche, c’è Laurent Blanc. Rosell lo apprezza per stile e serietà, pregi perfettamente idonei al pianeta Barça. Il rapporto con la federazione francese, come già dicevamo, non è idilliaco ma l’Europeo potrebbe ridisegnare gli scenari. Qualcuno ha fatto anche il nome di Carlo Ancelotti, eventualità che ci sentiamo di escludere. E se Pep Guardiola sorprendesse ancora una volta il mondo intero? Lo scopriremo domani: è una conferenza attesa quasi più del Clasico.