Why always me?
Genio e sregolatezza. Mario Balotelli è il classico giocatore che fa infuriare i compagni grazie ai suoi comportamenti. “Lo avessi io quel talento…” è probabilmente il pensiero più ricorrente nella testa dei suoi colleghi presenti e passati, turbati per quanto madre natura sia stata così benevola nei suoi confronti. Tecnica, corsa, potenza e resistenza: Mario ha tutte le caratteristiche necessarie per essere un fuoriclasse di livello mondiale, ma tutto questo “ben di Dio” spesso non viene coordinato in modo corretto dal cervello.
“Se pensavate che Robinho fosse un grande problema, aspettate di conoscere Mad Mario”, così intitolava il Mirror Sport il giorno del suo approdo a Manchester. Profetici a dir poco, tanto da considerarlo già “mad”, ossia pazzo. Pazzo come la sua ex squadra, l’Inter, con la quale aveva appena vinto lo storico triplete giocando da “sesto uomo” del basket, con Pandev preferito nella formazione titolare. Entrava e spesso cambiava il destino delle partite, ogni volta che toccava il pallone era impossibile capire ciò che avrebbe fatto, sia a favore della propria squadra che contro. Come quella volta che, in semifinale di Champions League contro il Barcellona, uscì dal campo tra i fischi per aver letteralmente gettato a terra la maglia in segno di disprezzo contro i tifosi, i quali non avevano gradito particolarmente alcune sue “egoistiche” giocate. Era riuscito nell’impresa di rovinare anche una delle più belle pagine della lunga storia neroazzurra.
Ma paradossalmente, come diceva Frank Sinatra, “il meglio deve ancora venire”. Già perchè da quando SuperMario ha lasciato Milano per l’inghilterra, ne ha combinata una più grossa dell’altra. Multe per parcheggi in divieto di sosta ed eccesso di velocità, auto completamente distrutte, l’entrata in un carcere femminile, il lancio delle freccette ai giovani del City, le risse durante gli allenamenti ed i rossi in campo. Le “balotellate” di Mad Mario ormai sono un classico d’oltremanica, ed i tabloid inglesi sono da una parte indignati dal suo comportamento in campo (e fuori), ma dall’altra garantisce loro almeno uno scoop a settimana. Come quella volta che venne ripreso in compagnia di Jenny Thompson, una escort già che in passato ha già frequentato Wayne Rooney. La stessa ragazza, dopo aver passato la notte con l’ex calciatore neroazzurro, dichiarò che «Wayne sarà anche un calciatore migliore, ma fuori dal campo Mario lo batte nettamente». Almeno in questo, Mad Mario non ha rivali.
Roberto Mancini è colui che lo ha fatto esordire in prima squadra all’Inter e lo ha fortemente voluto come rinforzo al City. Ora però, dopo l’ultimo rosso rimediato contro l’Arsenal, anche lui sembra aver perso la pazienza con il suo pupillo: «Ne ho abbastanza. Ci restano sei partite e lui non le giocherà». Adesso lo spogliatoio del City è una vera e propria bomba ad orologeria pronta a scoppiare da un momento all’altro, dato che già prima alcuni suoi compagni avevano mostrato un certo disappunto per i suoi comportamenti infantili, ma SuperMario era sempre stato difeso da Mancini. Adesso che è venuta a mancare anche la stima da parte di quest’ultimo, è difficile immaginare un futuro a Manchester per Balotelli, per il quale si aprono interessanti spunti di mercato. Dal clamoroso ritorno ad Appiano Gentile ad uno scoppiettante trasferimento sponda Milan o Juve, in questi giorni se ne sono dette di tutti i colori riguardo il suo futuro.
Mario però, almeno con le parole, sembra aver capito la situazione, ed è determinato a dare una svolta alla sua carriera calcistica (e non). Si è scusato, e forse anche per lui si potrà dire che “sbagliando s’impara”. Soprattutto perchè, non dimentichiamocelo, le speranze di successo al prossimo campionato europeo per l’Italia passano anche dai piedi (e dalla testa) di Mad Mario.
E lui, di colpi di testa, se ne intende: ma non soltanto sul campo da gioco.